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Calcio digitale, è boom per piattaforme e calciatori: potenzialità e prospettive

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Prende sempre più piede il "calcio digitale" legato a tecnologie come token, Nft, Item digitali. Siamo nell'ambito dei "digital assets" che permettono a molti siti e app di coinvolgere gli utenti in giochi (Fantasy Football Games) attraverso l'acquisto di questo tipo di contenuti. Di particolare interesse è il tema dei diritti di immagine degli sportivi e nello sfruttamento degli stessi nel calcio digitale. Come noto oltre al contratto che lega un calciatore al suo club c'è un secondo accordo che regola lo sfruttamento dell’immagine del giocatore. In sintesi, un calciatore può scegliere se cedere in parte o totalmente i diritti della propria immagine al club in cambio di un ulteriore compenso. La cessione totale al club è la norma per esempio in Premier League, mentre in Italia solo il Napoli applica sistematicamente questa impostazione. 

C'è poi la questione di chi può proporre e vendere Token, Nft e i vari asset digitali. Il Sole 24 ore spiega che esistono varie piattaforme come Starcks, Sorare, Myse, Hypermatch "che vendono Items digitali dei calciatori ma solo alcune di esse dichiarano di avere acquistato correttamente i diritti". Starcks per esempio lo esplicita direttamente sul proprio sito. Tuttavia anche sul mercato italiano ci sono piattaforme che non dichiarano di utilizzare legittimamente l'immagine di club e calciatori per i loro giochi digitali. Insomma, attenzione a ciò che si acquista online, anche se è "solo" digitale. 

Carlo Nardello, docente di Digital marketing all’Università La Sapienza di Roma, spiega che "in Italia attualmente esistono altre piattaforme che propongono giochi digitali legati al calcio che non fanno alcuna menzione sulla legittimità dell’utilizzo dei nomi e delle immagini dei giocatori. Anzi, c’è anche chi dichiara espressamente, sul proprio sito, di avvalersi di immagini gratuite acquistate su siti pubblici. Se così fosse e se non avesse alcuna autorizzazione, tutte le figurine digitali vendute agli utenti non avrebbero alcuna legittima concessione da parte dei titolari che potrebbero tutelarsi costringendo la piattaforma all’immediata rimozione delle stesse". Il punto centrale del problema, spiega ancora l'esperto, "non è l’immagine in sé ma lo sfruttamento di un diritto connesso a quell’immagine di natura economica e appartenente al suo titolare, vale a dire il giocatore o la società. Diritto che è di appartenenza dell’atleta e insieme, o in alternativa, della società. Il consiglio è sempre lo stesso. Attenzione a quello che si compra online e al pezzotto che, anche in questi ambiti innovativi, è sempre in agguato", conclude Nardello che mette in guardia gli utenti in merito a quali piattaforme danno la loro fiducia. 

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