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Effetto Bce sulla casa: giù mutui e acquisti. Il disastro di Lagarde

Filippo Caleri
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Come ampiamente previsto la presidente della Bce, Christine Lagarde, con la serie di rialzi dei tassi ufficiali di interesse da parte della Bce, è riuscita a centrare il primo obiettivo. Non certo quello di abbassare l’inflazione, che veleggia ampiamente sopra il 7%, ma quello di dissuadere l’acquisto di case accendendo debito bancario. Un’indagine sul mercato immobiliare e sui fidi ipotecari nei primi due mesi dell’anno è stata pubblicata ieri dal Consiglio nazionale del Notariato. E l’analisi dimostra che il continuo aumento del costo del denaro ha sconsigliato molti dall’investire nel mattone. Nei primi due mesi dell’anno si è registrato in Italia un calo del 2,72% del numero delle compravendite di case rispetto allo stesso periodo del 2022. In realtà il calo si manifesta nel mese di febbraio e non a gennaio 2023. Il primo mese dell’anno infatti registra un aumento del 5,43% rispetto a gennaio del 2022. È quindi il calo delle compravendite dell’8,68% nel mese di febbraio a pesare sulla riduzione del 2,72% del bimestre.

 

 

Se si analizza nel dettaglio il mercato tra prime e seconde case nello stesso periodo i dati evidenziano ulteriori particolarità. Il calo riguarda solo le prime case che registrano rispettivamente un -6% per le compravendite tra privati e -24% per acquisti da impresa mentre il mercato delle seconde case sia tra privati sia tra imprese segna un dato positivo rispettivamente 2,82% e del 3,37%. Ma il segno negativo, da autentico tracollo, e che è più direttamente collegato alle decisioni della Eurotower, è quello registrato nell’erogazione dei mutui per l’acquisto della casa che, sempre nei primi due mesi 2023, sono diminuiti del 23,56% rispetto allo stesso periodo del 2022. A gennaio la diminuzione dei prestiti bancari è stata pari al 15,8% per accentuarsi a febbraio con una diminuzione del 29,3%. In calo di conseguenza anche il numero delle persone fisiche che hanno contratto un mutuo (-21,15%), andando da un - 19,3% della fascia di età 18-35 anni a un picco del 33,3% della fascia 66-75 anni.

 

 

 

Dati che confermano le stime per il 2023 per una contrazione del mercato immobiliare del 10,7% rispetto al 2022. Per ora il «calo» delle compravendite di fabbricati abitativi è molto diversificato nel territorio: sebbene a livello nazionale il calo sia del 2,7%, ad esempio a Bologna mostra valori in controtendenza attestandosi a variazioni positive rispetto al primo bimestre 2022, con un +2,88%. Quanto ad altre grandi città, positivi sono i dati di Torino (+3,26%), Bari (+1,14%) e Palermo (+2,11%), mentre si registra un calo in centri importanti come Milano (-3,74%), Verona (-1,45%), Roma (-2,09%), Firenze (-5,28%), Napoli (-14,9%). In tutte le città, Bologna compresa, si registra comunque un calo delle compravendite a febbraio 2023, tranne a Torino dove le transazioni sono addirittura maggiori rispetto al mese di gennaio.

 

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