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Assicurazione Rc auto, stangata per gli automobilisti: di quanto aumenta

Gianluca Zapponini
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L’inflazione picchia duro sulle assicurazioni italiane. E gli italiani, già alle prese con un carrello della spesa saldamente oltre l’11%, non sentivano particolare bisogno di una nuova mazzata. Ma si sa, nell’era dei tassi al 4% e dei prezzi al 7,6% (dato di maggio), tutto è possibile. Anche pagare un costo medio nel primo trimestre di quest’anno per l’assicurazione Rc auto di 368 euro, con un aumento del 4% su base annua.

MAZZATA D’ESTATE
L’allarme, non certo il primo, arriva dal presidente dell'Ivass, Luigi Federico Signorini, in occasione dell'assemblea annuale dell’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni. In media lo sconto sulla tariffa è maggiore al Sud (40,3 euro) dove i costi di base sono più alti, grazie a una maggiore diffusione della «scatola nera». Le compagnie, dunque, possono offrire su Preventivass (il sistema di preventivi pubblico, ndr), in modo trasparente, uno sconto per la scatola nera, «ma finora di questa facoltà ci si è avvalsi solo in pochi casi», ha spiegato Signorini. Scendendo nel dettaglio, per le autovetture, il premio medio nel 2022 ammonta a 370 euro, in calo del 2,4% sul 2021. Sono assicurati 32,9 milioni di veicoli, su cui si registrano 1,8 milioni di sinistri, per un costo medio di 4.671 euro. Per i ciclomotori e motocicli, il premio medio ammonta a 243 euro (-2,4%) e in questo caso risultano assicurati 4,3 milioni di veicoli, su cui si registrano 139 mila sinistri per un costo medio di 6.901 euro. L’aumento dei premi nei primi tre mesi dell’anno ha inevitabilmente fatto infuriare i consumatori italiani. «A dicembre dello scorso anno avevamo inserito la voce Rc auto all’interno della stangata che avrebbe atteso gli italiani nel corso del 2023, e purtroppo le nostre previsioni hanno trovato conferma», ha attaccato il presidente Carlo Rienzi. «Le tariffe assicurative hanno invertito il trend e sono tornate a crescere in modo aggressivo, aggravando i conti delle famiglie. Ricordiamo infatti che l’Rc auto è una voce obbligatoria per chi possiede un’auto, circostanza che rende i rincari degli ultimi mesi una nuova mazzata a danno dei consumatori, e inciderà sulle spese di milioni di italiani, generando immensi profitti per le imprese assicuratrici».

COMPAGNIE SOTTO PRESSIONE
Un altro passaggio della relazione, è stato dedicato al futuro delle stesse compagnie assicurative. Non proprio roseo a sentire Signorini. «Tensioni sulla liquidità possono essere un fattore critico specie in presenza di minusvalenze latenti sul portafoglio investimenti. Il 9 giugno il saldo tra plusvalenze e minus v a l e n z e era negativo per 30 miliardi. L’Ivass ha seguito le compagnie più esposte alle di namiche dei tassi e dei riscatti e dove necessario ha chiesto di rinunciare alla distribuzione di dividendi.
Nel complesso i rischi appaiono adeguatamente presidiati. Ma l’attenzione delle compagnie deve rimanere alta». D’altronde, «la crescita dei tassi e quella dei prezzi hanno avuto impatti di rilevo sulle compagnie assicurative italiane attraverso, rispettivamente, la riduzione del valore di mercato delle attività e passività finanziarie e l’aumento dei costi dei sinistri. Il mutato contesto ha contribuito ad accrescere il rapporto fra riscatti e premi nel segmento Vita. Si è innalzata l’attenzione delle compagnie e del supervisore sul rischio di liquidità». In tal senso, l’Ivass ha intensificato, da mesi, l’azione sul rischio di liquidità. «Ci aspettiamo che le compagnie rivedano, in termini prospettici e strutturali, il presidio sul rischio di liquidità, sia nella fase del disegno dei prodotti, sia nelle pratiche di gestione del rischio».

LA CRISI DEL RAMO VITA
E che la situazione sia difficile lo dimostra anche un altro dato, ben evidenziato dall’Ivass. Per la prima volta da dieci anni la gestione Vita ha chiuso in perdita, passando da un utile di 4,3 miliardi a una perdita di 0,4. Per i rami Danni, invece, l’utile è stato di 2,7 miliardi, sostanzialmente invariato rispetto al 2021, anche se, per la prima volta dal 2011, l’assicurazione auto ha segnato una lieve perdita per l’effetto dell’inflazione sul costo dei sinistri e a causa di una raccolta in diminuzione. 

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