Ratifica Mes, Giorgetti all'Ecofin non molla: "C'è anche unione bancaria"
Dopo la graticola sul Mes per l'Italia, accusata di temporeggiamenti dalle istituzioni comunitarie, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti risponde che "è solo parte di discussione, c'è anche unione bancaria".
Parole che arrivano oggi, a Ecofin informale in corso, dopo che al vertice dei ministri delle Finanze europei ieri a Stoccolma il ministro italiano è arrivato soltanto nel tardo pomeriggio per via degli impegni in Parlamento, per la vicenda del Def bocciato giovedì e ripresentato il giorno seguente, e dopo che le diverse delegazioni hanno sollevato il problema della mancata ratifica del Meccanismo europeo di stabilità da parte del parlamento italiano. Sul Mes la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito ieri il suo no.
Rispetto alla posizione di chi chiede che prima Roma faccia la ratifica e poi si proceda a trattare su altro, il ministro italiano ed esponente della Lega fa notare a margine dell'Ecofin informale che "il Mes è una parte, non la sola, rispetto alle diverse situazioni che sono ancora in discussione, ad esempio c'è il tema dell'Unione bancaria". Quindi "se si vuole mettere in sicurezza il sistema europeo bisogna considerare il Mes, ma non solo". In ogni caso, "sono negoziati e trattative, con posizioni consolidate nel tempo e che necessitano di essere in qualche modo smosse", ha tenuto a precisare Giorgetti. La riunione dell'Eurogruppo ieri è stata anche l’occasione di confronto sulla riforma del Patto di Stabilità presentata dalla Commissione europea che introduce piani di riduzione del debito pluriennali.
Da Stoccolma altre assicurazioni arrivano dal titolare del Mef e sono sul Pnrr. Giorgetti esprime ottimismo sullo sblocco della terza rata parlando di "questione di ore". Il mondo industriale attende con ansia. Dalla congiuntura flash di aprile del Centro studi di Confindustria il messaggio è: "Non vi sono nei bilanci delle imprese italiane risorse facilmente utilizzabili per finanziare nuovi investimenti fissi. In positivo, può però agire la crescita attesa per gli investimenti in fabbricati non residenziali e in macchinari e attrezzature legata alla spesa delle risorse previste dal PNRR e dagli altri fondi europei. Ciò richiede di implementare bene tale Piano per sostenere gli investimenti, in particolare quelli in tecnologie digitali e per l'efficienza energetica, e per alzare finalmente il potenziale di crescita dell'economia italiana nei prossimi anni".
Intanto sul Pil Confindustria sottolinea la ripartenza italiana sopra le attese nel I trimestre che ha visto una ripartenza del Prodotto interno lordo sopra le attese (+0,5%) e questo porta la variazione acquisita per il 2023 a +0,8%. Ciò grazie a servizi e industria (sebbene quest'ultima solo grazie al trascinamento da dicembre scorso) che include le costruzioni. Bene l'export, anche se in un contesto internazionale meno favorevole. Il calo del prezzo del gas alimenta la fiducia in Italia, oltre a favorire la riduzione dell'inflazione, che però sarà lenta e continuerà a frenare i consumi. Dati in cui Giorgetti a margine dell'Ecofin trova sponda mentre fa sapere che "Lagarde era molto sorpresa di come l'economia italiana vada molto meglio. Imprenditori e lavoratori italiani sono molto meglio dei politici italiani e anche degli analisti italiani, che normalmente sottostimano le nostre capacità".
Nel frattempo oggi all’Ecofin sono andati avanti i faccia a faccia. Incontri "amichevoli e costruttivi" che hanno avuto al centro del tavolo la proposta per il nuovo patto di stabilità, il Mes e la situazione economica globale. A scriverlo è stato lo stesso Mef su Twitter, al termine dei bilaterali tra il ministro Giorgetti, con il direttore dell’Ems Pierre Gramegna, il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, e il ministro delle Finanze tedesco, Christian Wolfgang Lindner, svoltisi nella capitale svedese.