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Bankitalia lancia l'allarme per le famiglie: “Nuclei più vulnerabili”

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Le famiglie italiane sono più vulnerabili ma sempre meno indebitate della media dell’area euro. A lanciare l’allarme è la Banca d’Italia nel rapporto sulla Stabilità Finanziaria 2023. «Il deterioramento del quadro congiunturale - spiega Bankitalia - incide in misura moderata sui rischi connessi con la situazione finanziaria delle famiglie. La liquidità resta elevata, ma in termini reali il reddito disponibile è diminuito a causa dell’inflazione. L’incremento dei tassi di interesse si sta riflettendo sul costo medio dei prestiti in essere e la quota di nuclei finanziariamente vulnerabili potrebbe salire nel corso di quest’anno. In rapporto al reddito, l’indebitamento rimane comunque molto più basso rispetto alla media dell’area dell’euro».

 

 

Secondo le proiezioni del modello di microsimulazione della Banca d’Italia, «la vulnerabilità delle famiglie aumenterebbe moderatamente nel corso di quest’anno. La quota di nuclei vulnerabili si collocherebbe al 2,5 per cento (di cui il 46 per cento indebitati con un mutuo a tasso variabile per l’acquisto dell’abitazione di residenza), in crescita di circa mezzo punto percentuale mentre la quota di debito da questi detenuto salirebbe di poco meno di 2 punti percentuali, raggiungendo il 9,6 per cento». Continua inoltra «a diminuire il debito delle famiglie in rapporto al reddito disponibile (62,5 per cento alla fine del quarto trimestre del 2022, dal 64,4 dello stesso periodo dell’anno precedente). Esso risulta inferiore di oltre 30 punti percentuali rispetto alla media dell’area dell’euro relativa al terzo trimestre del 2022 (ultimo dato disponibile). A dicembre dello scorso anno i prestiti per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti del 4,7 per cento (rimanendo tuttavia stazionari in termini reali). A fronte dell’incremento dei tassi di interesse e della restrizione delle condizioni creditizie, dai mesi finali del 2022 sono rallentate le nuove erogazioni. A gennaio e a febbraio del 2023 si è osservata una lieve contrazione delle consistenze». Il caro-prezzi si fa sentire sulle tasche degli italiani.

 

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