Pensioni, come sarà opzione Donna nel 2023: ipotesi sconto di 4 mesi a figlio
Donne in pensione in anticipo di 4 mesi per ogni figlio, valorizzazione dei periodi di studio, separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale. Sono alcune delle ipotesi su cui sta ragionando il Governo, emerse dall'incontro di questa mattina tra il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, e Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
Il confronto, inizialmente previsto per l'8 febbraio e poi slittato, è il primo di una serie di round tecnici annunciati dalla ministra Marina Calderone, e aveva al centro i giovani e le donne. Gli interventi infatti profilati sono diversi: innanzitutto, la possibilità, per le donne, di uno sconto di 4 mesi sul pensionamento per ogni figlio, allargando a chi sta nel sistema misto la portata di una norma che già esiste per chi rientra nel contributivo puro.
Sul punto sarebbe in corso un dialogo con il Mef, dal momento che per rendere la misura effettiva andrebbero messi in conto circa 700 milioni. Ma l'obiettivo è quello di lavorarci velocemente, nell'ottica - centrale per l'esecutivo Meloni - di valorizzare la maternità. Anche su Opzione donna sarebbe in piedi un confronto tra via Flavia e via XX Settembre disegnare una misura più equilibrata rispetto a quella emersa dalla legge di bilancio, che aveva scatenato le proteste dei sindacati.
Per i giovani invece il focus si sposta sulla valorizzazione dei periodi di studi - tutti, non solo i percorsi di laurea - e sul taglio (o almeno sulla riduzione) della soglia dell'1,5% dell'assegno minimo per l'uscita, fissato per accedere alla pensione di vecchiaia nel sistema contributivo che finisce con il penalizzare i lavori frammentari.
Sul tavolo anche la questione dell'integrazione al trattamento minimo per chi ha contributi solo dopo il 1995, della pensione di garanzia e della previdenza complementare, puntando a rafforzare le detrazioni fiscali. Confermata, infine, la volontà del governo di ricostituire la Commissione ad hoc per analizzare la possibilità di separare la spesa previdenziale da quella assistenziale.
L'incontro di oggi si è chiuso con la promessa di un nuovo round (che però, al momento, non è ancora stato calendarizzato) e con reazioni in chiaroscuro da parte dei sindacati. Se per Cisl e Ugl è stato un incontro tutto sommato positivo, dove si sono registrate buone aperture su punti importanti, per la Cgil si è trattato di un confronto "deludente" e "senza risposte", mentre la Uil attende di vedere quali saranno le risposte del Mef.