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Perché il gas sta scendendo? Cosa succederà in Italia nei prossimi mesi

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Il prezzo del gas in Europa continua a calare, mentre si avvia alla conclusione un anno segnato duramente dai rincari dell'energia. I futures per gennaio all’hub olandese Ttf di Amsterdam hanno chiuso la seduta odierna di scambi poco sopra gli 80 euro, scendendo anche sotto i 77 nel corso della giornata, facendo immaginare tempi meno severi in futuro per famiglie e imprese. Si nota sempre più nei mercati l’effetto sui prezzi legato al tetto imposto dall’Unione Europea, elemento svolta nell'andamento delle quotazioni. E dati positivi arrivano inoltre sul versante prezzi dei carburanti, in discesa sulla rete nazionale sia per quanto riguarda la benzina che rispetto a diesel e gpl.

Non tutti però gongolano, e c’è chi invita anzi a non abbassare la guardia. E' il caso di Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli, per il quale "è ancora troppo presto" per ritenere che l'andamento dei prezzi abbia trovato una sua continuità e stabilità. In particolare perché, nonostante un inverno caldo in Italia e nel Sud Europa, "i prezzi del gas potranno risalire a febbraio-marzo".

In particolare, guardando al nostro paese, in mancanza della capacità di rigassificazione, che significa la non operatività degli impianti di Piombino e Ravenna. "Se non avremo in Italia le infrastrutture per accogliere il gas, automaticamente il mercato si adeguerà ad una posizione di gap infrastrutturale", sottolinea Marsiglia, per cui ciò rischierebbe di portare il nostro paese "nuovamente in difficoltà di approvvigionamento".

Del resto l’Osservatorio Nomisma stima già per dicembre un rialzo del 20% delle bollette. Un dato che per Coldiretti implica "un doppio effetto negativo": da un lato si riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, dall'altro i rincari aumentano anche i costi sostenuti dalle imprese, "particolarmente rilevanti per quanto riguarda il settore dell'agroalimentare con l'inverno". Insomma, se la situazione sembra progressivamente migliorare, questa non è del tutto rosea. Lo mostra perfettamente la decisione odierna di Vladimir Putin - relativa in questo caso al petrolio - di vietare la fornitura di prodotti petroliferi dalla Russia a coloro che introducono un prezzo massimo nei contratti. In futuro, il rischio di ulteriori turbolenze geopolitiche, capaci di riportare tensioni sui mercati energetici - compreso quello del gas - è dunque tutto tranne che da escludere.

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