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Il giorno dopo il Price cap esplode un gasdotto fondamentale per l'Europa. Ritorsione di Putin?

Dopo lo "spegnimento" di Nord Stream era il principale canale di rifornimento verso la Ue. Che ora trema

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Danneggiato un gasdotto che dalla Russia trasportava il metano in Europa. E il tutto il giorno dopo che l'Unione ha raggiunto l'accordo sul price cap. Una coincidenza o una ritorsione di Putin contro una mossa definita inaccettabile?

Di sicuro c'è solo che gli Stati dell'Ue dovranno cominciare a fare i conti con forniture sempre più scarse da Mosca. Un incendio è infatti scoppiato al gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhgorod in Chuvashia, repubblica della Federazione Russa tra Mosca e Kazan, la cui capitale è attraversata dal fiume Volga. Lo riporta Ria Novosti, che riferisce le dichiarazioni del ministero delle Situazioni di emergenza della Chuvashia secondo cui l’incendio sarebbe stato causato da una fuga di gas. «Secondo dati aggiornati, tre persone sono morte, una è rimasta ferita», riporta la Tass, citando una fonte dei servizi di emergenza. Urengoy-Pomary-Uzhgorod è un gasdotto di esportazione russo, attraverso il quale viene fornito carburante blu dalla Siberia all’Europa. Attraversa il confine russo-ucraino vicino alla stazione di Sudzha, nella regione di Kursk ed è attualmente l’unico punto di ingresso per il transito del gas dalla Russia all’Ucraina.

Il gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhgorod, squarciato questa mattina da un’esplosione durante alcuni lavori di manutenzione, è lungo 4.500 chilometri e trasporta il gas dal giacimento di Urengoy, nella Siberia nord-occidentale, fino all’Ucraina e poi in Europa. Il tratto interessato dall’incendio si trova vicino al villaggio di Kalinino, in Ciuvascia, circa 150 chilometri a ovest della città di Kazan, capitale della repubblica russa del Tatarstan. Sulla notizia dello scoppio il prezzo del gas è schizzato fino a 114 euro/Mwh al Ttf dai 100 euro/Mwh, minimo da giugno scorso, toccati dopo il via libera al price cap in sede europea.

Il gasdotto è stato progettato nel 1978 ed è stato attivato nel 1984. Entra in Ucraina attraverso il punto di misurazione di Sudzha ed è attualmente il principale canale percorso dal gas russo per raggiungere l’Europa, Italia compresa attraverso Tarvisio, da quando i rubinetti del Nord Stream sono stati chiusi ad agosto. Gazprom prevedeva di pompare 43 milioni di metri cubi di gas verso l’Europa attraverso l’Ucraina nelle prossime 24 ore, un volume in linea con quello degli ultimi giorni.

Entrato in Slovacchia, il gasdotto si divide. Un ramo va verso la Repubblica Ceca. Il secondo ramo si dirige invece in Austria, da dove il gas viene smistato verso Italia, Ungheria, Slovenia e Croazia. Il diametro del gasdotto è di 1,42 metri. La capacità di trasporto originaria era pari a 32 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno. Dal 1999, la capacità annua di fatto è stata pari a 27,9 miliardi di metri cubi. L’infrastruttura ha 42 stazioni di compressione, di cui 9 in Ucraina, il cui territorio percorre per 1.160 chilometri. Altri incidenti hanno interessato in passato l’infrastruttura. Nel dicembre 1983, un incendio distrusse parte del sistema elettronico di controllo di una stazione di compressione a Urengoy. Quattro esplosioni sono state invece registrate tra il 2007 e il 2014 in territorio ucraino.

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