Pnrr, la sfida dell'Italia. Giorgetti: "Centreremo gli obiettivi di fine anno"
L'Europa guarda all'Italia. La sfida è quella posta dal Pnrr. Nel nostro Paese si gioca infatti un pezzo importante della "scommessa" legata al successo del Piano. Ed è per questo che sembra sia necessario continuare sulla strada del lavoro fatto dal precedente governo, oltre che implementare le ulteriori misure, e pensare soprattutto a interventi 'già pronti', vista la scadenza degli effetti del Recovery al 2026.
"Mancano 5 miliardi". L'allarme di Pichetto Fratin sul Pnrr
Lo stato dell'arte su come il nostro Paese si sta comportando sul Pnrr viene disegnato all'evento annuale Pnrr 2022, a conclusione della visita a Roma della task force europea sul Recovery. "Stiamo lavorando intensamente per conseguire i 55 obiettivi del II semestre 2022 - osserva il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - per poter presentare a Bruxelles la terza richiesta di pagamento entro la fine di dicembre prossimo. Siamo già a buon punto e centreremo sicuramente anche questo traguardo. A oggi abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi previsti, 51 del 2021 e 45 relativi al primo semestre del 2022". È poi Gentiloni a rimarcare l'attenzione sul nostro Paese quando ricorda che, "nella dimensione di questo Piano, la sfida in Italia è di particolare rilievo: questa scommessa europea si gioca molto qui da noi". Tanto che il capo della task force 'Ripresa e resilienza' della commissione Europea Eric von Breska mette al primo posto, tra le priorità del nuovo governo, di continuare "con l'implementazione del Piano". Secondo Breska molti Stati membri stanno infatti guardando proprio al comportamento dell'Italia, per valutare il proseguimento nonché la buona riuscita del Piano. "Il Pnrr italiano è a buon punto - osserva Breska - ci aspettiamo che l'Italia faccia le riforme. L'Italia deve pensare a quelle sull'energia": da un lato lo sviluppo di rinnovabili dall'altro attenzione alla povertà energetica di famiglie e imprese; "il governo italiano deve pensare a progetti maturi perché se non sono pronti va a finire che si perdono".
"Il Pnrr non può essere un dogma". Il ministro Fitto sui progetti da cambiare
Ma Giorgetti, su questo fronte, sembra voler rassicurare: il Pnrr non è soltanto investimenti di risorse - dice - ma anche integrazione di "ambiziose riforme. Il Piano è la più grande occasione che abbiamo oggi per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo e rimuovere gli ostacoli che hanno bloccato lo sviluppo del Paese negli ultimi decenni". Sulla "nuova fase" dedicata al "mettere a terra i progetti e spendere le risorse" si concentra il ministro per gli Affari europei e il Pnrr Raffaele Fitto: c'è "bisogno di un forte processo di semplificazione e accelerazione, per migliorare non solo la qualità ma anche l'efficacia della spesa". Il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto pone l'accento sull'impatto dell'inflazione che, soltanto per le opere della transizione ecologica e 'rivoluzione verde', arriva far crescere i costi di 5 miliardi. A questo potrebbero servire i servizi della commissione, che secondo Gentiloni sono "non solo disponibili ma pronti continuamente a collaborare per risolvere difficoltà, strozzature, singoli progetti che incontrano problemi per rendere l'attuazione del Piano possibile in tutti i suoi aspetti, vedere quello che c'è da correggere, e per farlo mentre si lavora per attuare gli impegni presi". "Fin qui il nostro Paese ha dimostrato grande capacità di mantenere gli impegni - rileva Gentiloni - la missione della commissione Ue ha verificato in questi due giorni il livello di impegno straordinario che c'è da parte di tutte le nostre amministrazioni"