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Bce, cosa comporta il nuovo rialzo dei tassi. Lagarde gela l'Italia

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Gianluca Zapponini
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Christine Lagarde parla e il costo del debito italiano sale. Peccato perché il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ce l'aveva messa proprio tutta per cercare di convincere la presidente della Bce che sì l'inflazione va combattuta e che i tassi vanno alzati, ma con cautela e giudizio, senza isterismo stile Federal Reserve. E invece no, a Francoforte sembrano aver deciso che il costo del denaro va aumentato ancora e anche in fretta e pazienza sea rimetterci è quel poco di crescita acquisita all'indomani della grande pandemia. E così, Lagarde dixit, la Banca centrale europea continuerà ad alzare i tassi di interesse, fino a raggiungere «livelli in grado di far tornare l'inflazione al nostro obiettivo di medio termine (2% simmetrico, ndr) in maniera tempestiva». Perché «limitarsi a rimuovere l'accomodamento monetario», cioè portare i tassi al livello ritenuto di neutralità «potrebbe non bastare».

Di qui, l'avviso ai naviganti, con la probabile soddisfazione dei falchi tedeschi a cominciare dal governatore della Bundesbank, Joachim Nagel: potrebbero servire livelli di tassi restrittivi, ha chiarito Lagarde intervenendo allo European banking Congress a Francoforte. E non è finita. Oltre ad agire sui tassi, che sono la prima linea di intervento «nel contesto attuale è appropriato che il bilancio (della Bce, ndr) venga normalizzato in maniera misurata e prevedibile».

Il che significa anche ridurre la mole degli stock di titoli accumulati con i vari programmi anti crisi degli anni scorsi. A dicembre, ha puntualizzato l'ex direttore del Fondo monetario internazionale, «definiremo i principi chiave per ridurre i nostri stock di titoli nei nostri portafogli». Ma «parallelamente, i nostri strumenti per preservare l'ordinata trasmissione della politica monetaria, in particolare la flessibilità sui rinnovi di titoli nel programma Pepp e il nuovo meccanismo anti spread (Tpi) resteranno attivi». La filosofia di fondo dell'Eurotower è insomma che le difficoltà delle istituzioni, nazionali ed europee, nel rispondere ai problemi macroeconomici attuali consistono non solo nel trovare delle soluzioni rapide ma nel controllare un ambiente che proprio a causa di tali problemi si sta modificando completamente. Ce n'è abbastanza per aver spinto il rendimento del Btp decennale, il titolo di debito che funge da benchmark per le finanze italiane, oltre il 4%. Mentre lo spread resta pressoché stabile in area 190 punti base. Ma il messaggio arrivato da Francoforte resta forte e chiaro. Anche in Bankitalia. 

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