Pensioni, Giorgetti prepara la rivoluzione: finestre anticipate e incentivi per chi resta a lavoro
Il tema delle pensioni tiene impegnato il governo e in particolare il ministro Giancarlo Giorgetti, che un duplice obiettivo: arrivare ad una revisione del sistema senza aumentare i costi della previdenza sociale e inoltre non vuole depauperare le imprese e il welfare delle competenze, un fattore difficile da rimediare nel mercato del lavoro attuale. A svelare i piani del ministero dell’Economia è il Corriere della Sera, che svela come si stia studiando “un sistema che apra finestre di uscita dal lavoro prima dei 67 anni, ,a in parallelo offra incentivi in busta paga, a zero costi per lo Stato e per le imprese, a chi decide di restare occupato”.
Pensioni, aumenti mai visti dagli anni '80. Chi incassa di più con la rivalutazione
Al momento il costo delle pensioni in Italia salirà di 58 miliardi al 2025, segnando un più 19,5% in tre anni e rappresenterà un punto netto di Pil: un’esplosione di costi che Giorgetti vuole evitare. Il ministro leghista da Giorgia Meloni ha ricevuto il via libera a lavorare su due principi: “Il primo è di ipotizzare una revisione del sistema pensionistico a equivalenza attuariale, cioè senza gravare sui costi in termini netti nel medio-lungo periodo e poi c’è la voglia di preservare il sistema produttivo e quindi di non far uscire di scena anzitempo manodopera poco rimpiazzabile".
Una Manovra a contrastare il caro energia: i 15 giorni chiave per il governo Meloni
“Si lavora - spiega ancora il Corsera - all’ipotesi di finestre per l’uscita anticipata (per esempio a 62 o 63 anni con un congruo numero minimo di anni di contributi), ma un lavoratore che abbia maturato i requisiti potrebbe scegliere di restare sulla base di incentivi ben precisi. Se continua a lavorare, il dipendente e il datore smettono di versare i contributi e parte di quelle somme entrerebbero in busta paga come aumento netto di stipendio (per esempio, di circa il 10%). L’azienda potrebbe godere di un calo del costo lordo del lavoro, il dipendente di una busta paga più alta. Poi il pensionamento avverrebbe sulla base dei contributi accumulati fino al momento in cui il lavoratore ha scelto questa opzione, senza contare l’anzianità degli ultimi anni di lavoro incentivato”. Ma la rivoluzione delle pensioni è solo all’inizio.
Resta la maretta tra Forza Italia e il governo: cosa non va giù sul Superbonus