Gas, riserve piene e meno richiesta: il conto del gas sale solo del 5%
Le bollette di ottobre del gas aumenteranno solo del 5% e non del 70 come era statoprevisto un mese fa. A dirla all'Ansa è stato il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, che svela la stima realizzata dalla sua società in vista delle comunicazioni delle tariffe per le famiglie del mercato tutelato che saranno trasmesse domani dall'Arera.
Si tratta di una notizia senza dubbio gradita per gli utenti, anche se le motivazioni del mancato boom non sono del tutto positive. Il calo del costo del metano sulla borsa di Amsterdam (ieri ha chiuso a 117 euro al megawattora, nei periodi peggiori della crisi aveva toccato i 350 euro) dipende dalla grande disponibilità in questo momento della materia prima. Disponibilità che si deve al sostanziale riempimento degli stoccaggi in tutti i Paesi della Ue che si sono preparati al distacco dalla fornitura russa e dalla minore richiesta.
Quest'ultima, a sua volta, è dovuta tanto alle temperature insolitamente alte di queste settimane, tanto - e qui arriva il lato oscuro della faccenda - alla recessione che comincia a mordere le economie continentali. Non inganni la prima stima dell'Istat sul terzo trimestre italiano. Il +0,5% registrato, infatti, si basa esclusivamente sul boom del turismo. Ma industria e agricoltura sono in rallentamento. Si produce di meno, si consuma meno, c'è bisogno di meno gas. Dinamica che si rifletterà anche sulle bollette dell'elettricità, ma solo a partire da gennaio. «Ex malo, bonum», verrebbe da dire.
Peccato che il «bonus» potrebbe non durare a lungo e i prezzi tornare a salire non appena il freddo farà capolino sul serio nel continente. In quel caso le riserve potrebbero non bastare, per lo meno a dare credito alla nota diffusa ieri da Gazprom, secondo cui'«le riserve massime degli impianti» di stoccaggio «nei grandi Paesi europei non garantiscono un passaggio affidabile del prossimo autunno e inverno».
Per il momento, però, si respira. Sebbene il confronto con gli anni passati resti impietoso. Secondo il Codacons, «se la bolletta del gas dovesse salire del 5% ad ottobre, e nell'ipotesi di prezzi stabili fino a fine anno, la bolletta media per la fornitura di gas raggiungerebbe quota 1.817 euro a famiglia nel 2022». Che si tradurrebbe «in ogni caso di una maggiore spesa pari a +632 euro annui a famiglia rispetto alla spesa per il gas sostenuta nel 2021, con un rincaro complessivo delle tariffe del 53,3%».
Anche Confcommercio, sempre in collaborazione con Nomisma, ha fatto i conti della «tassa dell'energia». E ha stimato che le imprese italiane pagano il 70% in più per la bolletta elettrica rispetto alla Francia; in particolare alberghi, bar, ristoranti e negozi alimentari hanno una spesa più alta rispetto per esempio ai cugini d'oltralpe. «Anche se i prezzi del gas stanno diminuendo - osserva il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli - il caro-energia resta l'emergenza più urgente da affrontare. Chiediamo al governo un confronto costruttivo con le forze sociali per avviare un Piano strutturale in raccordo con l'Europa. E, come per la pandemia, sono necessari sostegni immediati per le imprese più colpite dalla crisi energetica». Secondo lo studio nel confronto della spesa annuale tra le bollette elettriche del mercato libero delle imprese del commercio, del turismo e della ristorazione italiane e quelle pagate dalle stesse tipologie di imprese in Francia e Spagna - l'Italia ha «peggiorato il triste primato di avere i prezzi di elettricità e gas più alti d'Europa».
Queste categorie pagano infatti in Italia, a parità di consumi e di potenza impegnata, «una bolletta elettrica notevolmente più elevata: la spesa elettrica è mediamente superiore del 27%, rispetto alle imprese spagnole, e addirittura di quasi il 70% rispetto a quelle francesi».