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Pensioni di medici e infermieri: il governo Meloni vuole ritardare l'uscita con Quota 102 o 103

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Il governo è alle prese con una profonda analisi sulle pensioni di medici ed infermieri, con un piano specifico per i sanitari. Giorgia Meloni vuole incentivare i dipendenti del settore della sanità a ritardare l'uscita dal lavoro, evitando il ritorno dal primo gennaio del 2023 della legge Fornero in forma integrale. Come riferisce Il Sole 24 Ore a fine anno terminerà il progetto di Quota 102, che garantisce l’uscita con almeno 64 anni d’età e 38 di contribuzione. L’obiettivo è di spingere gli operatori della salute a restare ancora sul posto di lavoro, con i tecnici del governo che stanno pensando ad un pacchetto di misure da 1,5-2 miliardi.

 

 

“Si tratterebbe - spiega il quotidiano economico - di una decontribuzione in qualche modo selettiva e mirata anche per evitare che i costi diventino insostenibili. La Lega punta a un restyling della Quota per inserire il vincolo dei 41 anni di contribuzione (con 61 anni d'età) che rappresenterebbe il primo passo verso Quota 41 ‘secca’. Il costo di questo intervento sarebbe leggermente inferiore al miliardo. Ma i ristretti spazi di finanza pubblica da utilizzare potrebbero costringere il governo a salire a Quota 103, che sulla base delle richieste del Carroccio potrebbe scaturire da 41 anni di versamenti e 62 anni d’età. Negli ultimi giorni - conclude il resoconto sulla pensione di medici ed infermieri - è spuntata anche una variante che prevederebbe il pensionamento anticipato con 63 anni e 40 anni di versamenti. E resterebbe in campo anche l’ipotesi di Quota 102 o 103 con un mix flessibile partendo da una soglia minima anagrafica predefinita”.

 

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