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Roberto Tundo, chief technology officer di Ferrovie dello Stato: treni più sicuri con l'analisi dei dati

Leonardo Ventura
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L’innovazione e le nuove tecnologie come strumenti per una più efficiente e sostenibile movimentazione di persone e merci, ma anche mezzi fondamentali per risparmiare energia e rendere le infrastrutture sempre meno «onerose» per l’ambiente. Questo il percorso tracciato dal Gruppo Fs nel suo piano industriale decennale, in cui la tecnologia, la digitalizzazione e l’innovazione rappresentano elementi fondamentali senza i quali il Piano non potrebbe essere attuato. La trasformazione digitale, infatti, è un asset cruciale per le imprese, anche nell’aiutarle a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità previsti dall’Agenda Onu 2030. Come sottolinea Roberto Tundo, Chief Technology, Innovation & Digital Officer «l’evoluzione digitale è sostenibile dalle sue fondamenta, sia nelle componenti software che in quelle hardware. Penso all’impronta sempre più ridotta delle infrastrutture in termini di assorbimento energetico, non soltanto quindi in termini di emissioni di Co2, e alle tecniche del cosiddetto «green coding», che si occupano di fare in modo che gli sviluppi digitali abbiano una sempre minore impronta ambientale».

Che la transizione energetica passi anche dal settore dei trasporti, non solo grazie a un'attività di efficientamento energetico, ma anche attraverso la produzione di energia da fonti rinnovabili, è un concetto chiaro per il Gruppo Fs che ha stanziato un investimento da 1,6 miliardi di euro con l’obiettivo di garantire la copertura del 40% del suo fabbisogno energetico e che si tradurrà nell’aumento del 10% della potenza di fotovoltaico installata in Italia.

Altro pilastro del piano decennale sono le persone: nei prossimi anni arriveranno oltre 40mila giovani neoassunti e si punterà a valorizzare l’esperienza di chi deve interpretare e tradurre in operatività l’enorme mole di dati che oggi il digitale mette a disposizione per assicurare maggiore efficienza ai processi ma, al tempo stesso, si lavorerà per non lasciare indietro nessuno, tenendo a bordo e dotando di nuove competenze anche chi, fino ad ora, non è cresciuto nel mondo digitale. È proprio in questo contesto che si inquadra la creazione di una digital factory di Gruppo. «Si tratta di una vera e propria farm digitale – spiega Tundo - in cui sviluppare le competenze digitali del nuovo personale o di quello già presente, attraverso azioni di skilling, reskilling o di up-skilling. In questo modo, il nuovo approccio al digitale diviene fondamentale per portare a termini i progetti e, in particolare, per sensibilizzare ulteriormente la relazione con i nostri clienti, siano essi passeggeri o utilizzatori del settore merci».

E nel prossimo futuro? Quali nuovi modi di lavorare abiliteranno gli strumenti digitali? L’arricchimento di sensoristica su tutte le infrastrutture del gruppo sarà una fonte importante per acquisire un’enorme quantità di dati, il cui valore è immenso. Attraverso nuove tecniche di studio e di valutazione sarà quindi possibile attuare azioni di manutenzione «predittiva» che hanno uno scopo molto semplice: evitare che i problemi nascano intervenendo ancora prima che il guasto si manifesti, facendo in modo che non impattino sui servizi e, di conseguenza, su chi li usa.

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