Bce alza i tassi al 2%, salasso per chi ha mutui: rate dei prestiti più care
Nessuna sorpresa ma conseguenze amare. La Banca Centrale Europea ha alzato per la terza volta consecutiva i tassi di interesse dello 0,75%. Il costo del denaro nell'Eurozona è salito ora al 2%, il livello più elevato da gennaio 2009. Una mossa che non ha sorpreso gli economisti alla luce di un'inflazione a un soffio dal 10% (al 9,9% a settembre). Ma che ha un effetto non gradito sul mercato dei mutui e dei prestiti. I costi dei finanziamenti saranno più alti per aziende e imprese. Le rate dei mutui variabili saliranno, non sarà così per quelle dei fidi ipotecari a tasso fisso, ma quelli accesi da oggi saranno sicuramente più elevati. E le cattive notizie per i consumatori non sono finite.
Lotta all'inflazione, la Banca centrale europea alza i tassi di interesse
Bce ha anticipato che il costo del denaro sarà rialzato nei prossimi meeting e, questa volta a sorpresa, la presidente Christine Lagarde, non accenna ad alcun Quantitative tightening (Qt), ovvero la riduzione del portafoglio di bond del programma App (Asset Purchase Programme). È proprio il fatto che non sia stato apportato nessun cambiamento ai programmi di acquisto di asset piace ai mercati che dopo un'apertura negativa hanno virato in rialzo mentre i rendimenti dei Btp sono scesi sotto al 4%, minimo da circa cinque settimane, e lo spread sul Bund al livello più basso da metà agosto a 205 punti. L'Eurotower insomma continuerà a reinvestire il capitale rimborsato del programma.
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Stesso discorso per il Pepp, il programma pandemico. Una decisione sarà presa nel Direttivo del 15 dicembre, ha spiegato la presidente Christine Lagarde. Quello odierno è il terzo rialzo consecutivo dopo quello di luglio (50 pb) e settembre (75 pb). I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 2,00%, al 2,25% e all'1,50%, con effetto dal 2 novembre 2022.
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