I "Migliori" lasciano una bomba nei conti a Giorgia: 58 miliardi da pagare in 4 anni
Spread e inflazione: così dopo il governo Draghi esplode la spesa per gli interessi dei titoli di Stato
L'inflazione avrà effetti negativi anche sui conti dello Stato italiano: la spesa per gli interessi sul debito pubblico, vale a dire quello che il Tesoro riconosce ai sottoscrittori di bot e btp, salirà complessivamente di oltre 58 miliardi di euro nell'arco di quattro anni, dal 2022 al 2025.
Lo rileva un'analisi del centro studi di Unimpresa che ha elaborato i dati riportati nell'ultima Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Secondo lo studio dalle casse dello Stato, rispetto al 2021, usciranno 11,4 miliardi in più quest' anno, 14,2 miliardi in più l'anno prossimo, 13,9 miliardi nel 2024 e 18,6 miliardi nel 2025.
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Anche per le pensioni sono previsti aumenti: in totale, tra il 2022 e il 2025, gli assegni Inps peseranno sulle casse dello Stato per oltre 161 miliardi in più: se nel 2021, le erogazioni previdenziali hanno raggiunto quota 286 miliardi, nel 2025 si arriverà a quasi 350 miliardi. Il documento prevede che la spesa per interessi sul debito pubblico è destinata a salire progressivamente nei prossimi anni: l'aumento dell'inflazione ha fatto salire il costo del denaro, spingendo la Bce ad alzare il tasso di riferimento, cosicché sono saliti anche i tassi d'interesse applicati ai bot e ai btp.
Nel corso dell'anno, gli interessi delle ultime aste di titoli di Stato hanno infatti registrato progressivi aumenti. Ne è conseguita una crescita degli interessi: solo per il 2022, lo Stato italiano pagherà 11,4 miliardi di euro in più: dai 63,7 del 2021 ai 75,1 del 2022 (+17,9%). L'anno prossimo, il Tesoro pagherà ai sottoscrittori di bot e btp 77,9 miliardi, pari a 14,2 miliardi in più rispetto al 2021 (+22,3%). Nel 2024, la spesa complessiva si fermerà a quota 77,7 miliardi, in lieve calo rispetto all'anno precedente, ma comunque più alta, rispetto al 2021, di 13,9 miliardi (+21,9%); nel 2025, dalle casse dello Stato usciranno 82,5 miliardi di interessi diretti ai sottoscrittori di titoli pubblici, pari a una differenza di 18,6 miliardi rispetto all'anno scorso (+29,3%).
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Complessivamente, nell'arco dei cinque anni in esame, la spesa per interessi su titoli di Stato si attesterà a quota 377,1 miliardi, ben 58,3 miliardi in più rispetto a quanto sarebbe uscito dalle casse del Tesoro se l'inflazione non avesse spinto la crescita degli interessi lasciando stabile il costo del servizio del debito. La spesa per interessi, che rapportata al pil era al 3,6% nel 2021, salirà al 4% quest' anno, per assestarsi poi al 3,9%.
L'impennata dell'inflazione rappresenta uno dei fattori, assieme al dato demografico, che farà crescere anche la spesa per le pensioni: nel 2021 gli assegni Inps sono costati, complessivamente 286,2 miliardi e già quest' anno si registrerà una crescita di 11,1 miliardi (+3,9%) con un totale di 297,3 miliardi. Nel 2023 il totale della spesa per le pensioni salirà a quota 320,8 miliardi, in salita di 34,5 miliardi (+12,1%) rispetto al 2021; nel 2024, il totale salirà ancora a 338,2 miliardi, in aumento di 52,1 miliardi (+18,2%) rispetto al 2021 e nel 2025, poi, l'ammontare della spesa per le pensioni arriverà a 349,7 miliardi, con una variazione positiva di 63,5 miliardi (+22,2%) sullo scorso anno. Nell'arco dei cinque anni in esame, la spesa per le pensioni si attesterà a quota 1.592,5 miliardi, ben 161,1 miliardi in più. La spesa per le pensioni, che rapportata al pil era al 16,1% nel 2021, salirà al 16,4% nel 2024 e 2025.