Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'ultimo flop dei "migliori": in Italia le bollette più care d'Europa, ecco perché

Le fatture aumentate a Roma più che nelle altre Capitali. Anche perché il governo non ha messo in campo provvedimenti significativi

  • a
  • a
  • a

Il caro energia c'è per tutti. Ma in Italia si sconta la situazione peggiore. E' quanto emerge dal raffronto dei prezzi effettuato da "Il Messaggero". "Da inizio anno - si legge - il nostro Paese ha speso in media il 30% in più della Germania, il 10% in più della Francia, tormentata dalla chiusura delle centrali nucleari, e addirittura il 75% in più della vicina Spagna, che da metà giugno ha trovato invece la sua via per frenare la corsa dell'energia".

"Nel 2019, dice il sito del Gme, c'erano soltanto 15 euro per megawattora che distanziavano l'Italia dalla Germania (rispettivamente 52 contro 37 euro) - scrove ancora il quotidiano romano - 13 il differenziale con la Francia e meno di 5 euro quello con la Spagna. Moltissimo è cambiato da allora. Dopo un anno di prezzi stellari spinti dal gas, Roma si trova ad aver allungato le distanze con Berlino a quasi 77 euro, cinque volte tanto sulla base del prezzo medio aggiornato a oggi (322 euro per megawattora per il nostro Paese nonostante il calo delle ultime settimane), secondo la piattaforma Energy Live. Con la Madrid il differenziale arriva a toccare i 138 euro per megawattora. Parigi paga invece soltanto 28 euro in meno di noi".

La distanza è causata dai provvedimenti che sono stati presi negli altri Stati membri della Ue a differenza del nostro. A Parigi "per famiglie e imprese l'incremento di luce e gas non può superare il 4%, secondo quanto stabilito già da inizio anno dal governo francese che confermerà gli aiuti nel 2023". "La Germania, come è noto, ha appena annunciato il maxi piano da 200 miliardi, da aggiungere ai circa 60 spesi". Tutte cose che Roma non ha potuto fare, a causa del debito pubblico monstre che già grava sui nostri conti. "Per le imprese italiane che hanno visto raddoppiare fino al 10% il peso dell'energia sui costi di produzione, tutto questo sta diventando inaccettabile".

Anche così si giustifica l'allarme lanciato dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che ha chiesto 40-50 miliardi "per mettere in sicurezza l'economia".  "La speranza - conclude Il Messaggero - è che, in primis la Germania, comprenda che una frenata del Pil in Italia o in un pezzo d'Europa non conviene a nessuno. L'apertura di Berlino a un fondo europeo, sul modello pandemico del Sure, apre uno spiraglio importante alle soglie di un inverno difficile".

Dai blog