Caro energia, le imprese che rischiano di chiudere. Agroalimentare, legno e turismo in ginocchio
Il caro energia rischia di mandare all'aria aziende in una moltitudine di settori. I costi insostenibili delle bollette di luce e gas fanno scattare l'allarme rosso in tutta Italia, in comparti diversi. A elencare le criticità dei singoli settori economici è Adnkronos che riporta il grido di allarme delle aziende legate alla lavorazione di legno e arredo. “Se l’Europa e, o il governo italiano" non agiscono subito per bloccare gli aumenti "intere filiere produttive, fra cui quella del legno-arredo, saranno costrette a fermare la produzione, a mettere i lavoratori in cassa integrazione e a perdere competitività sui mercati”, avverte Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo.
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Se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno, "i maggiori costi per i piccoli imprenditori saliranno nel 2022 a 42,2 miliardi in più rispetto al 2021", è la stima di Confartigianato che rappresenta gli artigiani. I rincari maggiori, spiega l'organismo, li hanno subiti gli imprenditori della Lombardia, seguiti da quelli del Veneto con 2,1 miliardi, dell’Emilia-Romagna (1,9 miliardi), del Lazio (1,7 miliardi), della Campania (1,6 miliardi), del Piemonte (1,6 miliardi), della Toscana (1,6 miliardi), della Sicilia (1,2 miliardi) e della Puglia (1,1 miliardi).
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Per quanto riguarda ristorazione e turismo la situazione non è migliore. "Bollette in vetrina è il grido di allarme e dolore di chi come noi è costretto ad assistere impotente al default delle nostre aziende. A rischio adesso c'é un intero modello produttivo e distributivo del nostro Paese, perché quando le spese superano le entrate, il nostro sistema di imprese non sta più in piedi ed è concreto il rischio di ritrovarsi con il bar e con il negozio sotto casa spenti. E non per incapacità imprenditoriali, ma per impossibilità di sostenere questi costi". Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe Confcommercio, presenta il conto pagato dai piccoli esercenti.
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Soffrono le aziende dell'ortofrutta e della filiera agroalimentare. ''Sempre più insostenibili i costi energetici sostenuti dalla filiera agroalimentare italiana, che stanno portando le aziende a rallentare sempre di più la loro produzione'', sottolinea il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia. Trainati dall’energia stanno esplodendo i costi di produzioni della parte agricola, con aumenti che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio, fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti, ma anche dell'industria, della catena del freddo e della distribuzione. A cui vanno aggiunti i rincari di imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi.