Moody's declassa l'Italia: outlook negativo. Insorge il Mef: “Decisione opinabile e ingiustificata”
L’agenzia Moody's ha comunicato la variazione dell’outlook per il rating sovrano assegnato all’Italia da «stabile» a «negativo». Sebbene il peggioramento dell’outlook, come noto, non anticipi necessariamente un imminente abbassamento del rating e segnali semmai una fase di monitoraggio che può perdurare anche per molti mesi, la decisione appare opinabile: queste le parole contenute in una nota del Mef. Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall’incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre, le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento, spiega ancora il Ministero.
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L’elevato livello del debito pubblico italiano a confronto con altri paesi è già pienamente riflesso nel rating assegnato all’Italia da Moody’s. Inoltre - per il ministero dell’Economia - il peggioramento delle aspettative economiche segnalato dalle indagini congiunturali di luglio accomuna tutte le economie avanzate: secondo Moody’s il debito diminuirà ulteriormente nel 2023 e in seguito si stabilizzerà al di sotto del 143% del Pil, a causa del rallentamento della crescita nominale e dell’aumento del pagamento degli interessi.
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Anche il sottosegretario al Mef, Federico Freni, si è scagliato contro la scelta dell’agenzia di rating: “La variazione dell’outlook per il rating sovrano assegnato all’Italia da stabile a negativo da parte di Moody’s è decisamente fuori luogo. I conti pubblici dell’Italia sono nettamente migliorati, il governo si è impegnato ad emanare un provvedimento di supporto a famiglie ed imprese anche in questa fase complessa e senza modificare il disavanzo. Specialmente a fronte delle previsioni sul rapporto debito/PIL che è atteso in significativa diminuzione, questo giudizio è inaccettabile. Le elezioni politiche sono un passaggio normale in qualsiasi democrazia. L’Italia è in grado, e sarà in grado anche con il futuro governo, di tenere fede agli impegni di consolidamento economico ed alle riforme strutturali che - conclude il duro comunicato di Freni - ha già intrapreso in maniera seria”.
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