Istat, il rialzo dei prezzi mette in crisi le famiglie: forte diminuzione delle vendite al dettaglio
L’inflazione pesa sulla spesa delle famiglie. Il dato Istat di giugno sulle vendite al dettaglio evidenzia, ancora una volta, il ruolo negativo giocato dalla dinamica al rialzo dei prezzi, in particolare di utenze ed altri costi fissi incomprimibili, che porta gli italiani a ridurre gli acquisti, pur spendendo anche di più, con il rischio di un vero e proprio autunno nero per i consumi. Rispetto a giugno 2021, le vendite crescono infatti di poco in valore (dell’1,4%) ma diminuiscono fortemente in volume (del 3,8%). Inoltre, l’incremento tendenziale complessivo in valore è trainato principalmente dalla grande distribuzione: le vendite delle imprese operanti su piccole superfici restano al palo, e segnano rispetto allo scorso anno una riduzione di quasi 1 punto in valore ed un crollo in volume che stimiamo essere nell’ordine dei 6 punti percentuali.
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Le imprese, spiega Confesercenti, sono costrette ormai a traslare incrementi dei prezzi non più ‘ammortizzabili’ dai loro margini mentre la tendenza dei consumatori è ridurre gli acquisti con le spese obbligate in aumento. Una situazione che rischia di non essere più gestibile, tali spese si collocano sulla soglia del 50% e l’Arera ha lanciato l’allarme: quest’inverno, senza un calmieramento dei prezzi internazionali o interni, le bollette del gas e delle utenze elettriche rischiano di raddoppiare, dopo gli incrementi già registrati fino ad oggi, incidendo ancora di più sui consumi delle famiglie e, quindi, sulle imprese del commercio e del terziario.
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“Bisogna ripristinare la fiducia e allontanare le aspettative inflazionistiche: il DL Aiuti metta in campo tutti gli strumenti possibili a sostegno delle famiglie e delle attività economiche, con il prolungamento e il rafforzamento delle misure fiscali mirate a contenere la trasmissione dei prezzi internazionali sui prezzi nazionali” l’allarme di Confesercenti.