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Perché la popolazione italiana è in calo, i dati choc dell'Istat: quante nascite con la pandemia

Alice Antico
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C’era chi ipotizzava nei primi mesi della pandemia da Covid-19 che l’isolamento forzato ed il maggior tempo speso all’interno della famiglia avrebbe portato ad un aumento delle nascite. Così non è stato, e ad oggi l’Istat ha pubblicato alcuni dati demografici su tutte le città italiane, rivelando dati opposti a quelli sperati: 339.431 sono i bambini nati e iscritti in anagrafe nel 2021. Questo numero preso singolarmente potrebbe non fare effetto, ma se confrontato con i dati ottenuti nel 2019 la situazione si rivela negativa: -20.739 nati rispetto al 2019.

A livello mondiale una prima valutazione di come la pandemia abbia influenzato la crescita della popolazione è stata pubblicata la scorsa estate sulla rivista scientifica “Pnas”. L’analisi suggeriva come la pandemia avesse avuto fin dalla prima ondata un impatto alquanto negativo sulla natalità: i nuovi nati fra il 2020 e il 2021 erano in calo in 18 dei 22 paesi presi in considerazione, e in 7 di questi erano diminuiti in maniera significativa. In Italia l’effetto della pandemia sulla natalità è stato quello di accelerare processi che in realtà erano già presenti ormai da anni. Secondo l’ISTAT, l’abbassamento delle nascite nel 2021 è da porre in relazione al dispiegarsi degli effetti negativi innescati dalla pandemia; in condizioni di recessione e con l’incremento del rischio di finire in povertà il tasso di fecondità tende a diminuire.

Secondo un report presentato da “Openpolis”, con l’aumentare dei contagi è cresciuta la percezione di insicurezza economica e sociale. Sono le donne quelle che ne risentono di più, quasi i 2/3 delle giovani donne percepiscono i propri progetti di vita come più a rischio. Questi dati ci ricordano ancora una volta di quanto le politiche per la parità di genere rappresentino un fattore insostituibile per incentivare la natalità.

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