L'inflazione corre ed è già costata oltre 92 miliardi agli italiani: conti correnti prosciugati
L'inflazione è una tassa della peggior specie, perché colpisce soprattutto chi ha meno. In talune condizioni gli effetti che sprigiona sono ancor più preoccupanti; in particolar modo, quando si «abbatte» come una patrimoniale sui conti correnti. Secondo l'ufficio studi della Cgia, in termini puramente teorici, in questo ultimo anno l'aumento dell'inflazione è costato agli italiani oltre 92 miliardi. Tenendo conto che in questi ultimi 12 mesi il tasso di interesse applicato dagli istituti di credito sui depositi bancari si è aggirato attorno allo zero e l'inflazione, invece, è cresciuta dell'8%, a risparmi invariati, che al 31 dicembre scorso ammontavano complessivamente a 1.152 miliardi, il caro vita ha eroso questi ultimi di 92,1 miliardi. Secondo la Cgia, comunque, le persone faticano a cogliere e quantificare gli effetti negativi dell'inflazione sui risparmi. Il prelievo straordinario del 6 per mille imposto 30 anni fa dall'allora Governo Amato sui conti correnti degli italiani, costò alle famiglie 5.250 miliardi di lire, ovvero 2,7 miliardi di euro. Rivalutando questo importo a maggio 2022, il prelievo sale a 5 miliardi di euro; praticamente un «sacrificio» economico 18 volte inferiore ai 92 miliardi stimati, in quest'ultimo anno, dall'Ufficio studi della Cgia.
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Come era prevedibile, a livello territoriale il costo più salato l'hanno pagato i risparmiatori delle regioni più ricche: in Lombardia la perdita di potere di acquisto è stata di 19,4 miliardi, nel Lazio di 9,3, in Veneto di 8,3 e in Emilia Romagna di 8,12. Desta sicuramente molta sorpresa il risultato emerso dal confronto tra le macro aree geografiche del Paese. Se a Nordovest il «prelievo» è stato di ben 29,8 miliardi, nel Mezzogiorno invece ha raggiunto quota 22,8 miliardi; un dato, quest'ultimo, superiore ai 20,7 miliardi registrati nel Nordest e, ancor più, rispetto ai 18,8 miliardi riconducibili al Centro.
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Per la Cgia il pericolo che la nostra economia stia scivolando lentamente verso la stagflazione è molto elevato. Con le difficoltà legate alla pandemia, agli effetti della guerra in Ucraina, all'aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici si rischia, nel medio periodo, di veder scivolare la crescita economica verso lo zero, con una inflazione che, invece, potrebbe raggiungere a breve le due cifre.
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