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Tonfo di Wall Street per i timori di recessione. S&P crolla e finisce nella fase “bear market”

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Tonfo di Wall Street in chiusura: l’inflazione alle stelle, la politica aggressiva della Fed e i timori che la recessione sia dietro l’angolo hanno fatto crollare il listino americano. Il Dow Jones ha perso il 2,79% a 30.518,06 punti e il Nasdaq è sceso del 4,68% a 10.809,23 punti. Il benchmark S&P 500 ha ceduto il 20% dal picco intraday del 4 gennaio e ha lasciato sul terreno il 3,87% a 3.749,91 punti. Una chiusura di oltre il 20% al di sotto del massimo storico del 3 gennaio conferma che l’indice si trova in una fase di ’bear market’ per la prima volta dal crollo della Borsa di New York del 2020, provocato dalla pandemia di Covid. Tutti i principali settori dell’S&P hanno registrato forti ribassi, con solo 10 componenti in territorio positivo. I mercati sono stati sotto pressione quest’anno, poichè l’aumento dei prezzi, compreso il balzo del petrolio dovuto in parte alla guerra in Ucraina, ha messo la Fed sulla buona strada per intraprendere azioni forti di inasprimento della politica monetaria, come un aumento dei tassi di interesse.

 

 

In vista del Fomc di mercoledì gli analisti sono pronti a scommettere su un rialzo dei tassi di 175 punti base entro settembre, mentre le aspettative per un rialzo di 75 punti base alla riunione di giugno sono balzate a quasi il 30% dal 3,1% di una settimana fa. Pesanti le mega capo, con Apple che ha perso il 3,83%, Microsoft il 4,24%, Alphabet il 4,29%, Amazon il 5,45%. I titoli legati alle criptovalute e alla blockchain, tra cui Riot Blockchain, Marathon Digital Holdings e Coinbase Global, sono tutti crollati mentre il bitcoin è sceso di oltre il 10% dopo che la principale società statunitense di prestito di criptovalute Celsius Network ha congelato i prelievi e i trasferimenti citando condizioni «estreme». Il rendimento del titolo di riferimento del Tesoro americano a 10 anni ha raggiunto il 3,44%, il livello più alto dall’aprile 2011. La curva dei rendimenti dei treasury a 10 anni si è brevemente invertita per la prima volta da aprile, cosa che molti sui mercati vedono come un segnale affidabile che una recessione potrebbe arrivare nel prossimo anno o nel 2024. L’indice di volatilità Cboe, noto anche come indicatore di paura di Wall Street, ha raggiunto il livello più alto da maggio.

 

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