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Dopo 11 anni la Bce rialza i tassi di interesse. Finisce l'epoca del denaro a costo zero

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Dopo 11 anni la Bce inverte la rotta e avvia la stagione del rialzo dei tassi di interesse, abbassa in modo significativo le stime di crescita spiegando che i rischi legati alla pandemia sono scesi ma quelli legati alla guerra sono significativi e alza le stime dell’inflazione che «è la più grande sfida per tutti noi». Annuncia di porre fine agli acquisti netti di attività nell’ambito del suo programma (Paa) a partire dal 1 luglio 2022 e si dice pronta a mettere in campo uno scudo anti-spread. Non saranno tollerati episodi di frammentazione finanziaria che ostacolino la corretta trasmissione della politica monetaria in tutta l’Eurozona, spiega la presidente Christine Lagarde, aggiungendo che le decisioni di oggi sono state prese all’unanimità. Le Borse europee estendono le perdite e c’è forte tensione sui titoli di Stato con lo spread che vola a 225 punti e il rendimento decennale che tocca il 3,7%, livello massimo dal 2014. 

TASSI DI INTERESSE - L’Eutrotower traccia una precisa road map: se oggi i tassi sono rimasti invariati, nella riunione di luglio aumenterà tutti e tre i tassi chiave, in particolare dello 0,25% il principale. A settembre invece valuterà sulla base dei dati e «l’entità dipenderà dalle prospettive di inflazione aggiornate a medio termine». Dopo settembre, «sulla base della nostra valutazione attuale, prevediamo che sarà appropriato un percorso graduale ma sostenuto di ulteriori aumenti dei tassi di interesse», spiega Lagarde. «Il rialzo dei tassi di luglio non avrà un impatto immediato sull’inflazione», aggiunge. L’Eurotower stima che il Pil salirà del 2,8% quest’anno contro il 3,7% di marzo e del 2,1% nel 2023 a fronte del 2,8% precedentemente previsto. Per il 2024 invece vede una crescita al +2,1% contro +1,6% precedente. Rispetto alle proiezioni di marzo, le prospettive sono state riviste significativamente al ribasso per il 2022 e il 2023, mentre per il 2024 sono state riviste al rialzo. 

 

 

STIME INFLAZIONE RIVISTE AL RIALZO - Le proiezioni dell’Eurotower indicano un incremento del 6,8% quest’anno contro il 5,1% atteso a marzo. Sale al 3,5% la stima per il 2023, contro il 2,1% precedentemente previsto. Il dato per il 2024 aumenta al 2,1% dall’1,9%. L’inflazione al netto dell’energia e dei beni alimentari è prevista in media al 3,3% nel 2022, al 2,8% nel 2023 e al 2,3% nel 2024, anch’essa al di sopra delle proiezioni di marzo. «Il Consiglio direttivo farà in modo che l’inflazione torni all’obiettivo del 2% nel medio termine - afferma Lagarde -. L’inflazione resterà indesideratamente elevata per qualche tempo».

SCUDO ANTI-SPREAD NO A FRAMMENTAZIONE - «Dobbiamo avere la giusta posizione di politica monetaria, che è di importanza cruciale, e questo è ciò che stiamo facendo. Dobbiamo anche assicurarci che la nostra politica monetaria venga trasmessa all’intera area dell’euro», spiega Lagarde. «A tal fine, ovviamente, dobbiamo assicurarci che non vi sia alcuna frammentazione che impedisca un’adeguata trasmissione della politica monetaria nell’intera regione. Abbiamo strumenti esistenti, come i reinvestimenti in ambito Pepp: si tratta di 1.700 miliardi che potrebbero essere reinvestiti con la massima flessibilità se serve. Se sarà necessario utilizzeremo gli strumenti esistenti o nuovi strumenti che saranno resi disponibili». Ma «non c’è alcuno specifico livello dei tassi delle obbligazioni o dei prestiti, o degli spread sui bond che attiverà questo o quell’intervento». 

 

 

STOP ALL’ACQUISTO DI BOND - Il Consiglio direttivo ha deciso di porre fine agli acquisti netti di attività nell’ambito del programma di acquisto di attività (APP) a partire dal 1 luglio 2022. Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire integralmente i pagamenti in linea capitale dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito dell’App per un periodo di tempo prolungato oltre la data in cui inizierà ad aumentare i tassi di interesse di riferimento e, in ogni caso, per tutto il tempo necessario a mantenere ampie condizioni di liquidità e un orientamento di politica monetaria adeguato.

 

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