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In Atlantia dei Benetton è guerra dei compensi

Andrea Giacobino
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La scorsa settimana la Atlantia dei Benetton ha perfezionato la cessione a Cdp e ai fondi Blackstone e Macquarie dell'intera partecipazione detenuta in Autostrade per l'Italia pari all'88,06% e ha incassato 8,2 miliardi di euro. Ma qualcuno fra gli investitori istituzionali di Atlantia non è stato contento dei compensi che il consiglio d’amministrazione s’è distribuito lo scorso anno e non ha condiviso nemmeno quelli programmati per il 2022. Lo si scopre leggendo il verbale dell’assemblea del 29 aprile scorso che ha nominato nuovo presidente l’ex ambasciatore Giampiero Massolo confermando Carlo Bertazzo quale amministratore delegato.

Infatti il punto all’ordine del giorno della riunione relativo alla «Politica di remunerazione 2022», pur approvato a larga maggioranza, ha visto però il voto contrario di 43 soci portatori di oltre 9,22 milioni di azioni, pari all’1,11% del capitale. Più corposo il dissenso sul punto successivo della «Informativa sui compensi corrisposti nel 2021» che ha registrato 94 soci contrari rappresentanti 11,34 milioni di azioni per l’11,38% del capitale. Fra chi ha detto no spiccano i nomi di molti fondi delle compagnie assicurative Allianz e Aviva e di Erafp. il fondo pensione pubblico francese. Lo scorso anno il presidente Fabio Cerchiai (non più ricandidato) ha incassato 828mila euro (oltre e 523mila euro in azioni) Bertazzo 1,52 milioni tra componente fissa e variabile oltre a 170mila euro in azioni: il cda nel suo complesso ha incassato 6,8 milioni. Per quest’anno i compensi fissi previsti sono di 820mila euro per il presidente e di 790mila euro per l’ad. 
 

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