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La grande incertezza dei conteggi sull'evasione e sui furbetti del fisco

Pietro Bracco - fiscalista e adjunct professor Luiss Business School
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Sono sempre stato colpito dai numeri dell'evasione fiscale, a prescindere che siano reali, in quanto derivano da evasori che sono stati beccati, o presunti, come stime dell'economia sommersa. Quando ero un giovane fiscalista non mettevo in dubbio gli importi di volta in volta snocciolati. Poi ho iniziato a pormi delle domande; all'inizio ingenue, del tipo: se sanno quant'è l'evasione, perché non la vanno a recuperare? Con l'incanutire della barba e l'esperienza sul campo, le domande si sono raffinate, arrivando a: come vengono fatti i numeri? Quando sentiamo dire dai media «scovata evasione di milioni di euro», non vuol dire che i soldi sono già nelle casse dello Stato. Significa che la GdF, l'Agenzia delle entrate o quella delle dogane hanno fatto un verbale a un contribuente imputandogli un'evasione. Il verbale deve essere confermato da un atto di accertamento, che può essere impugnato davanti alla giustizia tributaria, con i suoi tre gradi di giudizio. A un certo punto la palla passa alla riscossione, portata avanti dall'Agenzia delle entrate-Riscossione (AdER), la vecchia Equitalia.

 

 

Pochi giorni fa il direttore Ruffini ha fatto presente che i crediti affidati all'AdER sono oltre 1.100 miliardi di euro. Molti non sono incassabili per vari motivi, come contribuente deceduto, fallito, incapiente. Ruffini ha, inoltre, chiarito che il magazzino si riferisce a 22 anni di arretrati, mentre l'AdER ha personale per gestirne 3 anni. Quindi, ha da passa' 'a nuttata prima di incassare. L'economia sommersa è un gioco di stime e statistiche, fatte da una Commissione di esperti che ogni anno predispone la «Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva», allegata alla Nadef. Quella per il 2022 è stata da poco approvata. Mi affascinano sempre le premesse poste al calcolo del sommerso, che l'ultima Relazione stima in 183 miliardi per il 2019 (sì, 2019, non 2020 o 2021). Mi viene in mente il vecchio esempio di sillogismo aristotelico che ci faceva Don Fontana al liceo per spiegare come fosse possibile prendere una cantonata partendo da premesse corrette: gli uomini hanno la barba, mia nonna ha la barba, mia nonna è un uomo.

 

 

Non voglio certo dire che la Relazione sia sbagliata; si fonda su una prassi internazionale. Suggerisco solo di capire bene le premesse per poi interpretare i numeri. Ci sono studiosi che stanno provando a fare i numeri con premesse diverse. Vediamo cosa tireranno fuori. Premesse a parte, l'importante è che l'evasione venga scovata, combattuta e riscossa con ogni mezzo lecito. Anche perché, per legge, le maggiori entrate rispetto all'anno prima sono attribuite al Fondo per la riduzione della pressione fiscale e, quindi, vanno a vantaggio di tutti. C'è tuttavia una piccola premessa: le maggiori entrate servono prima di tutto per mantenere l'equilibrio di bilancio, che noi abbiamo in Costituzione, e ridurre il rapporto tra debito/Pil. Forse può essere il caso di cercare un buon barbiere?

 

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