Pnrr, Confindustria e governo litigano per il Piano nazionale. La guerra in Ucraina ribalta il quadro economico
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza con la guerra in Ucraina finisce per dover esso stesso dimostrare di essere 'resiliente'. E' il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, nel mutato scenario economico con la crisi geopolitica scatenata a febbraio dalla invasione della Russia in Ucraina, a rilanciare la discussione sull'attualità del Pnrr, quello che è stato considerato il ponte verso l'uscita dalla crisi economica causata dalla pandemia.
"Il Pnrr per quanto riguarda la parte energetica, oggi non comprende gli ingenti investimenti necessari per sostituire la quota di gas russo, quindi va modificato", è la richiesta del numero uno degli industriali. Richiesta, ma anche allarme. "Bisogna battersi affinché l'Europa capisca che nel quadro attuale enormi filiere industriali restano ancora più scoperte a rischi giganteschi, se continuiamo a prendere alla lettera le proposte della Commissione Ue elaborate in uno scenario - sottolinea Bonomi - in cui nessuno degli attuali, devastanti elementi perturbatori era presente". E la risposta arriva dal ministro dell'Economia Daniele Franco che tiene duro e assicura: "Il Pnrr va bene, bisogna proseguire e attuarlo".
Per l'esponente del governo Draghi si può ridiscutere o riesaminare "i singoli progetti ma non l'intero piano", dice parlando alla platea di manager e imprenditori del workshop Ambrosetti a Cernobbio. Anche se in tempi di guerra (e di guerra del gas) con l'Italia che si ritrova a dipendere dalle forniture russe, "il piano nazionale va rafforzato per l'efficienza climatica e per una maggiore autonomia nazionale energetica", ha affermato il ministro. Ma questo - spiega - non significa dire "prendo il piano nazionale, lo butto via e ricomincio". Perché un conto è il breve termine e un altro il medio.
"Nel medio termine- sottolinea il Ministro - il punto è la attuazione del piano Nazionale". E risponde alle critiche al piano: " Il Pnrr è stato scritto riga per riga con la Comissione europea e confrontato coi nostri partner. Se il piano nel suo complesso va essenzialmente bene, e va attuato - dice Franco - i singoli progetti possono essere riesaminati".
Proprio oggi peraltro, come comunicato dal Mef, si è conclusa positivamente la seconda visita in Italia dei tecnici della Commissione Europea per il monitoraggio dei progressi. I lavori sono stati "proficui e costruttivi" e l'analisi congiunta con la Commissione Ue ha evidenziato che "l'avanzamento procede in linea con le previsioni". La collaborazione tra la Commissione Europea e le Autorità nazionali continuerà nei prossimi mesi "per accompagnare il processo di soddisfacente attuazione del Piano anche attraverso riunioni tecniche bilaterali coordinate dal Mef".