Macron chiama, l'Europa risponde. Attacco Ue alla norma salva-Mediaset
Vivendì ha chiamato in causa l'Eliseo. Che si è fatto sentire a Bruxelles...
L'Europa frena l'Italia sulla norma "salva-Mediaset". La Commissione Europea ha intenzione di esaminare l’emendamento anti-scalate, già diventato fonte di attriti all’interno dell’opposizione per il suo legame con la questione Mediaset-Vivendi. A "smuovere" le istituzioni europee sarebbe stato anche il pressing del presidente francese Emmanuel Macron, infastidito dalla mossa del governo italiano.
Per ora a Bruxelles preferiscono, come da prassi, non commentare il merito del dispositivo, ma lanciano comunque un chiaro avvertimento all’Italia, anzi più avvertimenti, sottili quanto decisi. Il primo avvertimento fa capire che la questione non è passata sotto traccia a Palazzo Berlaymont. «La Commissione Europea analizzerà la legge una volta adottata dall’autorità competente e dal legislatore italiano e valuterà se è conforme alla legislazione europea», ha affermato Sonya Gospodinova, una portavoce del massimo organo esecutivo dell’Unione Europea.
Il secondo avvertimento riguarda il funzionamento generale dell’Unione Europea. Infatti la portavoce ha ricordato come la Commissione riconosca della massima importanza la «tutela del pluralismo nel settore dei media». Tuttavia le leggi nazionali «devono essere proporzionate a tale obiettivo» e «non andare oltre quanto necessario per raggiungerlo», anche «tenendo conto degli sviluppi del mercato e dei trend globali del settore». Dunque ci sono dei limiti invalicabili da rispettare.
Infine il terzo avvertimento. «Le autorità italiane - ha messo in chiaro la portavoce - devono garantire che le misure nazionali a tutela del pluralismo dei media rispettino le libertà previste dai trattati per le merci e i servizi, come da interpretazione della Corte di Giustizia dello scorso settembre, che riguarda esattamente questo caso». La corte ha infatti dato ragione a Vivendi nella disputa con Mediaset accogliendo la tesi di violazione delle normative europee da parte del Tusmar della legge Gasparri, la norma alla base dell’invito rivolto dall’Agcom ai francesi a scegliere quale partecipazione fosse più rilevante tra quelle in Tim o nel Biscione. Vivendi ha scelto la quota nel gruppo telefonico e quindi accettato l’invito a ridurre la sua influenza in Mediaset perdendo così la sua presa in assemblea.
La sentenza della corte ha creato un vulnus giuridico che rischia di mettere sotto scacco grandi aziende dell’editoria o delle tlc. Per questo la senatrice Valeria Valente del Pd ha presentato un emendamento «antiscalata» per le società delle telecomunicazioni nel Dl Covid in vista di una riforma della Legge Gasparri. Il dispositivo affida poteri di istruttoria all’Agcom nel caso di un soggetto operante «contemporaneamente nei mercati delle comunicazioni elettroniche e in un mercato diverso, ricadente nel sistema integrato delle comunicazioni (Sic), anche attraverso partecipazioni in grado di determinare un’influenza notevole».
L’istruttoria dovrà «verificare la sussistenza di effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo» e l’Agcom ha la facoltà di adottare i provvedimenti necessari per eliminare o impedire il formarsi di effetti distorsivi.