Non c'è un euro. A luglio gli italiani tirano la corda. Consumi in calo del 2,2%
Incertezza e conseguenze del lockdown penalizzano gli acquisti dei consumatori. A luglio lo shopping al dettaglio degli italiani si è contratto del 2,2% rispetto a giugno. Uno stop arrivato dopo il +10,2% di giugno sul mese precedente. Una diminuzione generalizzata che vede solo l’eccezione del commercio on-line che anche al termine del periodo di chiusura per il Covid continua a volare. Una decrescita che ha messo in allarme le principali associazioni di categoria che hanno chiesto interventi risoluti al governo per rilanciare i consumi. A scendere sono sia le vendite dei beni non alimentari (-3,2%) sia quelle dei beni alimentari (-1%). Su base annua, quindi nei confronti di luglio 2019, si registra una diminuzione delle vendite del 7,2%, determinata soprattutto dall’andamento dei beni non alimentari (-11,6%), in notevole diminuzione sia nella grande distribuzione sia nelle imprese operanti su piccole superfici. In calo anche le vendite dei beni alimentari (-1,1%). Rispetto a luglio 2019, il valore delle vendite al dettaglio diminuisce del 3,8% per la grande distribuzione e dell’11,7% per le imprese operanti su piccole superfici. Le vendite al di fuori dei negozi calano del 7,0% mentre il commercio elettronico è in crescita (+11,6%). Un andamento che preoccupa le categorie di settore a cominciare da Confcommercio che però vede qualche segnale di ottimismo. «Il dato sulle vendite di luglio - spiega una nota - pur rappresentando un segnale preoccupante va letto alla luce di alcune specificità. In particolare, il rinvio ad agosto dei tradizionali saldi estivi può aver spinto le famiglie a spostare al mese successivo gran parte degli acquisti, non solo per abbigliamento e calzature. È presumibile, dunque, un rimbalzo statistico di entità apprezzabile nei dati di agosto che implicherebbe un riallineamento delle dinamiche tendenziali».