"Se l'Ue non salva l'Italia, crisi mondiale". La fosca previsione del Washington post
Se l’Europa non dovesse organizzare un salvataggio finanziario per l’Italia da circa mille miliardi di dollari, Roma potrebbe essere costretta a uscire dall’euro trascinando con sé i paesi più deboli dell’Unione e provocando uno choc fatale all’economia mondiale.
È il quadro a tinte foschissime disegnato da un’analisi pubblicata sul prestigioso Washington Post e firmata da Robert J. Samuelson.
Il titolo è emblematico: “Perché il debito dell’Italia interessa tutti” (Why Italy’s debt matters for everybody). La premessa trova le fondamenta nell’ultima crisi del debito sovrano che travolse l’Europa, tra il 2010 e il 2012, che trovò soluzione quando si permise alla Grecia di ristrutturare il suo debito in cambio di riforme e Mario Draghi annunciò la difesa della moneta unica a qualsiasi costo (“do whatever it takes”).
“Il patto sembrò funzionare – scrive Samuelson – ma era fragile. Dipendeva da una costante crescita economica che è sparita con l’arrivo della pandemia”. Il virus ha costretto infatti tutti i Paesi ad aumentare sia il deficit annuale che l’intero debito pubblico. Che, stando alle stime di Capital Economics, un’importante società di consulenza, alla fine dell’anno toccherà il 73% del Pil in Germania, il 120 in Francia, il 180 in Italia e il 222 in Grecia.
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Questo debito è sostenibile? “Impossibile rispondere – spiega Samuelson – perché non esiste una definizione univoca di sostenibilità. Per molti economisti un debito è sostenibile fino a quando il mercato continua ad acquistarlo volontariamente”. I fattori che incidono sono tanti, dai tassi di interesse al valore dell’inflazione, ma conta soprattutto lo stato generale dell’economia. E se nessuno mette in dubbio la solidità della Germania, per il Washington Post “Italia e Grecia sono vicine al ciglio del burrone”.
È a questo punto che Samuelson arriva alle conclusioni: “Se non dovesse essere organizzato un salvataggio finanziario, l’Italia potrebbe essere costretta a uscire dall’euro”. Ma salvare la terza economia dell’Unione dopo Germania e Francia potrebbe costare anche migliaia di miliardi di dollari (“trillions of dollars”) e siccome la recente sentenza della Corte costituzionale tedesca potrebbe impedire a Berlino di partecipare a operazioni del genere, anche altri Paesi potrebbero tirarsi indietro.
A quel punto lo choc mondiale sarebbe enorme. Perché l’intero nostro stile di vita – che, nonostante le abituali lamentele, è comunque ricco di agi non scontati – si basa sul principio della stabilità dell’economia. Se questo principio venisse meno, rischierebbe di verificarsi un quadro addirittura peggiore della recessione mondiale degli anni ’30 del Novecento. Ed è per questo motivo che oggi il mondo intero guarda al debito di Roma. Con preoccupazione crescente.