Libertà vigilata. Hanno fatto un Paese di sorvegliati speciali
A Roma solo 60 multe nel weekend ma evidentemente non conta. Altro che fase 2: siamo più controllati di prima. Ci hanno preso gusto?
«La libertà», diceva George Bernard Shaw, «è responsabilità. Per questo molti la temono». E sì che non aveva ancora visto la fase 2. Chi avesse voluto toccare con mano avrebbe dovuto prendere l’auto ieri mattina e andarsi a fare un giro a Ostia. Cioè la spiaggia in cui nel fine settimana è solita riversarsi mezza Roma. Nella prima domenica di tana libera tutti dopo due mesi e passa di isolamento coatto. Col bel tempo e il venticello fresco. Le premesse per aspettarsi l’apocalisse - specie dopo due giorni di martellamento sui mostri della movida che si assembrano e si contagiano e ci faranno morire tutti (a proposito, un pensiero commosso per i runner, scaricati senza nemmeno un grazie dopo settimane a sobbarcarsi in solitaria la parte del nemico pubblico, solo perché adesso i giovinastri col cocktail tirano di più) - ci sono tutte. E invece. E invece sulla Colombo non c’è un’anima, e si cammina che è una bellezza. E invece già alla rotonda, dove normalmente cara grazia se trovi un buco per lasciare il motorino, parcheggi liberi a perdita d’occhio. E invece dei famosi assembramenti non c’è nemmeno l’ombra. Non che ci sia il deserto, anzi. Sul lungomare e sulla spiaggia le persone ci sono eccome, solo che - chi l’avrebbe mai detto - non si comportano da sconsiderati. Gruppi ridotti e distanziati, tutti o quasi tutti (bambini inclusi) con la loro brava mascherina, code ordinate fuori dai ristoranti dove consumare finalmente quella frittura sognata chissà da quanto, attese pazienti per il proprio turno di entrare nei bar. Ti aspettavi la Cayenna, non fosse che c’è il mare lì a due passi ti sembrerebbe di essere finito a Zurigo. A fare da contorno - oltre lo stridente - a tanta dimostrazione di civiltà, uno schieramento di forze dell’ordine che pare venuto fuori da un derby anni ’80... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI