Plasmaterapia, lo pneumologo de Donno furioso: in tv virologi prezzolati
"Sono infuriato, siamo in mano a scienziati prezzolati". La denuncia è quella di Giuseppe de Donno, lo pneumologo pioniere della plasmaterapia, che in una lunga intervista sul settimanale Oggi, in edicola da domani confessa: "Ho due rimpianti. Dovevo iniziare ad alzare la voce prima, e in maniera più energica. Il mio era un dovere civico. Se tutto resta in mano a scienziati prezzolati non si va da nessuna parte. Quando parlo a un congresso, la prima slide che proietto riguarda il conflitto di interessi. Io non ne ho. Mi piacerebbe che i medici che vanno in tv facessero lo stesso". Il medico che salva le vite con il plasma dei pazienti donatore guariti dal Covid-19 non rinnega nessuna delle frasi sparate sui social che hanno scatenato feroci polemiche nell'ambiente medico-scientifico. A chi lo accusa di essere dalla parte di no-vax e altri complottisti risponde: "Sono per le vaccinazioni. E non avrei nulla in contrario se un giorno il plasma con gli anticorpi contro il Covid fosse elaborato industrialmente. Sono un medico e devo salvare la vita ai pazienti. Il resto non conta". Ma sottolinea: "In Lombardia 4 ceppi del virus, nessuno identico a quello cinese". E ancora: "Se non avessi fatto nulla la plasmaterapia sarebbe finita in cantina". Poi la stoccata al governo: "Resto convinto che la scelta di Pisa come capofila della sperimentazione nazionale della plasmaterapia sia stata una scelta politica. "L’ho detto ed Enrico Rossi, il governatore della Toscana, che non ho mai nominato, mi ha già detto che mi querelerà. Probabilmente ha la coda di paglia".