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Negozianti ed esercenti affondano il nuovo decreto: dobbiamo riaprire lunedì e non si capisce niente

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Commercianti ed esercenti affossano le norme del governo contenute nella bozza del decreto legge quadro sulle riaperture. "L’incertezza è sempre negativa, in una crisi drammatica come quella che viviamo è disastrosa. Non si fa così. Si attende per lunedì la 'riapertura' del Paese. Ma ancora non si sa come", scrive Confcommercio in una nota. "Le bozze di provvedimento, che come è ormai consuetudine stanno già largamente circolando, prevedono quale condizione il rispetto dei contenuti di 'protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di esercizio o in ambiti analoghi, adottati a livello nazionale'", osserva l’associazione. A loro volta, "le singole regioni possono adottare propri protocolli nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali", rileva Confcommercio. Secondo cui "la domanda (come si dice) nasce spontanea: di grazia, è possibile sapere oggi (venerdì) di quali protocolli nazionali e regionali si sta parlando, posto che lunedì le saracinesche dei negozi dovrebbero tornare ad alzarsi? Centinaia di migliaia di imprese attendono con urgenza una risposta".  Per approfondire leggi anche: Bozza Dl quadro: salta il ponte del 2 Giugno Dello stesso tenore il commento di Confesercenti. "La bozza del DL Quadro è preoccupante. Dopo circa 8300 pagine fra leggi e provvedimenti e varie circolari ministeriali, la Fase 2 sta diventando un vero e proprio caos normativo, una condizione resa ancora più difficile dall’arrivo di nuove, pesanti, sanzioni che si aggiungono a responsabilità civili e penali. Così per le imprese sarà sempre più complicato riaprire". Così l'associazione commenta le bozze circolanti del DL Quadro, che dovrebbe disegnare a partire da lunedì 18 maggio il contesto nazionale entro il quale le  Regioni dovranno orientarsi per dare il via alla Fase 2. "Fra linee guida nazionali e competenze regionali la riapertura somiglia sempre più ad un puzzle. Manca chiarezza, ma non mancano le sanzioni: tra queste la chiusura forzata delle attività per 30 giorni, intervento che ci sembra troppo severo. Anche in considerazione che la riapertura non sarà solo complessa, ma rischia di vedere abbattersi sulle imprese le differenti valutazioni di stato e regioni". 

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