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L'idrossiclorochina e i dati del registro della Società Italiana di Reumatologia

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Riceviamo e pubblichiamo: Egregio Direttore Bechis,   chiediamo gentilmente un precisazione sull’articolo scritto dal dott. Peter  D’Angelo e pubblicato sull’edizione on line de Il Tempo.it Nel testo è contenuta una macroscopica imprecisione che rischia di dare un messaggio fuorviante su un tema molto complesso, e di grande interesse mediatico, come le terapie per l’ infezione da COVID-19. Come era stato correttamente comunicato al giornalista per iscritto i dati del registro lanciato dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR) ci dicono che i pazienti che assumono idrossiclorochina sono circa il 15 % sui 150 pazienti complessivi con malattie reumatologiche che sono stati segnalati e che hanno contratto l’infezione. Non abbiamo quindi a nostra disposizione dati su 65.000 pazienti come riportato nell’articolo per cui non è possibile sulla base di questi dati fare alcuna illazione sulla possibilità preventiva di questo farmaco nei confronti dell’infezione. Se mai i pochi dati disponibili ci dicono che anche alcuni pazienti che assumono cronicamente Idrossiclorochina possono andare incontro ad infezione secondo una conclusione che è diametralmente opposta a quanto viene riportato nell’articolo in oggetto. La Società Italiana di Reumatologia precisa che ad oggi sulla base dei dati disponibili, non è possibile in alcun modo ascrivere a questo farmaco una potenziale azione preventiva nei confronti dell’infezione da SARS-Cov 2. Le chiediamo quindi gentilmente di pubblicare questa nostra rettifica per fornire notizie corrette ai pazienti e agli stessi medici su un tema così delicato. La ringraziamo per la collaborazione. Cordiali Saluti Luigi Sinigaglia Presidente Nazionale Società Italiana di Reumatologia Presidente, leggo con molto interesse le sue osservazioni. Nell'articolo non è mai stato sostenuto che lei avesse dati su 65 mila pazienti. Bensì, nell'articolo si parlava di una “platea di 65 mila pazienti che assumono cronicamente idrossiclorochina”, in Italia, per patologie quali Lupus e Artrite Reumatoide (ecc..), questo dato fa riferimento alle vendite mensili di Plaquenil (fonte: Sanofi). Inoltre, lei stesso, rispondendo ad una mia domanda ha detto: “La Società Italiana di Reumatologia (SIR) ha avviato già all’inizio di marzo un registro sui pazienti portatori di malattie reumatologiche croniche con lo scopo di acquisire informazioni dettagliate sulla popolazione di pazienti che andassero incontro a contagio da SARS-Cov 2 nel nostro paese. Il registro consta di un data base che contiene informazioni circa la demografia, la malattia di cui il paziente è portatore, la terapia in atto nonché le caratteristiche cliniche dell’infezione virale e la sua evoluzione. Il data base è stato pubblicato sul sito della SIR con un pressante invito a tutti i Reumatologi operanti sul territorio nazionale (che sono circa 1.200) a completare il form in tutti i casi in cui fosse occorso di osservare un paziente reumatologico con infezione documentata da Sars-Cov 2”. Quindi, la SIR, ha interrogato 1.200 reumatologi, in buona sostanza la dorsale degli specialisti presenti nel nostro paese. Da questa indagine vi risultano 147 pazienti positivi al Saras-Cov2, in tutta Italia, e di questi 147 solamente 20 pazienti assumevano idrossiclorochina cronicamente (gli altri 127 assumevano farmaci diversi). Il dato, se rapportato a livello nazionale, è significativo. Sull'effetto profilassi dell'idrossiclorochina le ricordo la pubblicazione scientifica sulla rivista International Journal of Antimicrobial Agents, l’organo ufficiale della Società Internazionale di Chemioterapia Antimicrobica, dove viene riportato il risultato sull’utilizzo di idrossiclorochina in profilassi, su 211 persone venute a contatto di persone positive. Dopo il trattamento con il farmaco nessuno è rimasto contagiato. Sono tutt'ora in corso sperimentazioni in tal senso. Le ricordo, inoltre, che in alcune corsie italiane il farmaco viene già usato come “profilassi”, come sostiene, tra gli altri, anche La Repubblica, proprio per prevenire i potenziali contagi degli operatori sanitari più a rischio. Cordialmente Peter D'Angelo ECCO IL REPORT COVID

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