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Lazio, chi lascia la dieta vecchia per la nuova....

Cambio nell'alimentazione della squadra: giocatori divisi sui benefici

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Alla ricerca della Lazio perduta. Sparita con la pandemia, solo la brutta copia di quella ammirata fino al 29 febbraio. Post-covid sono arrivate quattro sconfitte in sei partite e la sensazione diffusa che qualcosa di grave sia accaduto. La Lazio è fisicamente a pezzi, troppi giocatori sembrano svuotati quasi avessero perso quella forza che era risultata decisiva. Un po’ come Sansone dopo il taglio dei capelli, i giocatori biancocelesti vagano per il campo con i dirimpettai che arrivano sempre prima sul pallone. Per carità, le difficoltà erano prevedibili, giocare ogni tre giorni sarebbe stato complicato, così come il caldo può essere un’attenuante, però nemmeno il tifoso più pessimista avrebbe potuto prevedere un crollo psicofisico a questi livelli.

Che cosa è cambiato rispetto a cinque mesi fa? Inzaghi e lo staff lavorano come al solito (bene), il gruppo dei giocatori è unito, la società con Lotito e Tare fa tutto il possibile per mettere la squadra in grado di ben figurare (stipendi pagati regolarmente, a quanto sembra anche quelli del periodo dello stop).

Quindi? Le differenze dal quadro precedente sono due: se n’è andato il fisioterapista Valerio Caroli, è entrato nell’organigramma il nutrizionista Iader Fabbri. E questo ingresso fa molto discutere. Nulla da dire sulle capacità di un professionista che ha collaborato con molti team del Motomondiale e delle nazionali italiane di ciclismo, sta di fatto che però i giocatori si sono visti stravolgere la loro dieta. Niente thè o crostatine, meno zuccheri e bibitoni a base di papaya o barrette naturali: un brusco cambio di alimentazione. All’interno dello spogliatoio c’è qualche mugugno anche perché questo diverso approccio al cibo è l’unica differenza certa col passato al netto di tutte le valutazioni del caso. Certezze, ovviamente, non ce ne sono, è complicato se non impossibile spiegare che cosa stia accadendo ma la domanda sorge spontanea: non sarà meglio tornare alla dieta di prima?
 

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