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I due pesi e le due misure di Montreal

Così la Fia uccide la Formula Uno

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Due pesi e due misure. Quelle usate dalla Fia nei confronti di Ferrari e Mercedes. Fatto salvo l'innegabile errore di Vettel che, seppur tornato veloce come un tempo non dimentica il vecchio “vizietto” di sbagliare quando è sotto pressione, la decisione della direzione gara nel Gp del Canada è stata troppo dura. Non premia nessuno, ma penalizza solo la Ferrari e l'entusiasmo dei suoi tifosi oltre quello di una squadra ormai fin troppo abituata a prenderle dalla concorrenza tedesca. Non premia Hamilton che molto probabilmente sarebbe riuscito a passare ugualmente il ferrarista nettamente più lento in quello spezzone di gara. Ma soprattutto non premia una gara letteralmente uccisa nel momento in cui la decisone è diventata ufficiale: fine dell'adrenalina, dello spettacolo a favore solo della Mercedes che non ne ha davvero bisogno. Già, poerché questa penalizzazione non premia nemmeno la squadra di Toto Wolf che chiaramente ha incassato i punti, ma che sa benissimo quanto la decisione sia un danno di immagine per la gloriosa stella tedesca. Eppoi infine non premia un campionato che un successo Ferrari avrebbe potuto rianimare prima di spegnersi definitivamente sotto i colpi martellanti di un monopolio d'argento quest'anno a tratti imbarazzante. Insomma una scelta sciocca, inutile, antisportiva (perché le immagini del passato hanno mostrato come in analoga situazione Hamilton non fu punito con altrettanta perizia: Montecarlo docet) e sorprende anche che a prenderla sia stato (per la sua percentuale s'intende) un italiano: Emanuele Pirro. O forse non sorprende affatto… Avete mai visto l'alfiere azzurro dell'Audi in pista a bordo di una Ferrari? 

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