Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Pensioni, Cgil diventa campione di fake news. “Servono tre mesi in più”, ma non è vero

Filippo Caleri
  • a
  • a
  • a

Cgil invece di proteggere i lavoratori ora ha un nuovo hobby: terrorizzarli. Già, ieri una sua nota ha fatto andare in fibrillazione le migliaia di persone ione vicine al traguardo del ritiro. Dal 2027, è l’allarme lanciato dalla sindacato guidato da Maurizio Landini. Bisognerà aspettare 67 anni e 3 mesi per l’assegno di vecchiaia, tre mesi in più di quanto previsto finora, mentre per l’uscita anticipato serviranno 43 anni e un mese di contributi. Insomma un salto secco di tre mesi in avanti legato al sistema della Fornero che prevede lo spostamento dell’accesso alla rendita se le aspettative di vita crescono. In serata però l’Inps ha smentito categoricamente «l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici» e ha garantito « che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate».

 

 

A chiarire che le parole della Cgil sono basate sul nulla è stato anche il governo con il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon che ha assicurato che «l’aumento dei requisiti fatto trapelare in maniera impropria e avventata dall’Inps non ci sarà» e che «come Lega faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi, esattamente come facemmo con la norma che bloccò l’aumento per l’aspettativa di vita nella riforma Quota 100». L’età pensionabile viene aggiornata dall’Inps ogni due anni, adeguandola agli incrementi delle aspettative di vita. L’adeguamento è stato nullo per i bienni 2021-2022, 2023-2024 e 2025-2026, principalmente a causa della pandemia da Covid 19. Al momento, è stabilito solo che, fino a fine 2026, si andrà in pensione a 67 anni o con 42 anni e dieci mesi di contributi (un anno in meno per le donne) e tre mesi di finestra. Dal 2027, ha però evidenziato la segretaria confederale di Corso d’Italia, Laura Ghiglione, «l’unico riferimento fin qui valido per le stime future era rappresentato dal 25° Rapporto della Ragioneria Generale dello Stato del 2024, che prevedeva infatti per il 2027 nessun incremento e per il 2029 un aumento di solo un mese». L’aggiornamento del documento della Ragioneria risale allo scorso giugno.

 

 

In audizione lo scorso 7 ottobre sul piano di Bilancio Strutturale, l’Istat aveva però avvisato che «le ipotesi sulle prospettive della speranza di vita a 65 anni presagiscono una crescita importante, a legislazione vigente, dell’età al pensionamento», ipotizzando un innalzamento «a 67 anni e 3 mesi dal 2027, a 67 anni e 6 mesi dal 2029 e a 67 anni e 9 mesi a decorrere dal 2031, per arrivare a 69 e 6 mesi dal 2051». Secondo quanto evidenziato dal responsabile dell’Ufficio Politiche previdenziali della Cgil, Ezio Cigna, in base agli aggiornamenti di calcolo Inps dal 2027 per accedere alla pensione anticipata saranno necessari 43 anni e 1 mese di contributi; mentre dal 2029 il requisito aumenterà ulteriormente a 43 anni e 3 mesi. Per la pensione di vecchiaia l’età minima che passerà a 67 anni e 3 mesi nel 2027 e a 67 anni e 5 mesi nel 2029. Insomma per ora è solo una stima futura, basata sui dati correnti e non certificabili per i prossimi due anni. La Cgil si è buttata subito in avanti però. Forse dalle parti di Corso d’Italia sono dotati di palle di vetro in grado di vedere il futuro.

Dai blog