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Sanità, nuovo tariffario per i poliambulatori: c'è lo stop del Tar

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La sospensione del nomenclatore «è una grande vittoria», commenta Mariastella Giorlandino, presidente dell'U.A.P.

Antonio Sbraga
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Non è più entrato in vigore il nuovo nomenclatore per le tariffe delle prestazioni di specialistica ambulatoriale: ieri, infatti, il provvedimento del Governo è stato sospeso dal Tar del Lazio, che ha accolto la misura cautelare richiesta dalle Associazioni di categoria maggiormente rappresentative delle strutture sanitarie (Federanisap, Aiop, Uap) contro il Decreto del Ministero della Salute con il quale è stato emanato il nuovo Tariffario delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica.

Considerando «che il nuovo Decreto tariffe è stato adottato dopo oltre 20 anni dai precedenti nomenclatori, delineando così l’insussistenza dell’urgenza», il consigliere delegato, Claudia Lattanzi, ha accolto la richiesta della misura cautelare, fissando «per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 28 gennaio 2025». Nell’attesa esprimono intanto soddisfazione gli avvocati di Forum Team-Legal Healthcare che hanno istruito il ricorso per Federanisap, Aiop e Uap. «Siamo convinti - spiegano i legali Giuseppe Barone e Antonella Blasi - che il Decreto violi i principi costituzionali di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione. Le tariffe non tengono conto dell’incremento dei costi e delle difficoltà operative causate dalla pandemia e dalla crisi economica. L’istruttoria che ha condotto all’approvazione delle tariffe è risultata inoltre incompleta e lacunosa. Non è stata garantita una rappresentazione adeguata dei costi reali e delle esigenze delle strutture sanitarie accreditate».

Secondo gli avvocati Alberto Polini e Alessandro Diotallevi, poi, «il Decreto è illegittimo per violazioni di norme Costituzionali. Gli atti della Commissione Permanente, inclusa la proposta tariffaria, sono viziati da nullità derivata. La Commissione ha operato oltre i limiti temporali previsti dalla normativa, senza una valida base legislativa. Le tariffe approvate determinano poi una riduzione media del 22-27% rispetto ai valori precedenti, compromettendo la sostenibilità operativa delle strutture accreditate. Questo impatto è particolarmente grave per le strutture private che potrebbero essere costrette a cessare l’erogazione dei servizi e per i cittadini che dovranno ricorrere a determinate prestazioni a proprie spese, creando evidenti disparità di trattamento». Per questo motivo la sospensione del nomenclatore «è una grande vittoria», commenta Mariastella Giorlandino, presidente dell’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata accreditata.
 

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