Migranti in Albania, aveva ragione il governo. La Cassazione: "I Paesi sicuri li decidono i ministri"
La designazione di un paese come «sicuro» «spetta, in generale, soltanto al Ministro degli affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto», anche se il giudice di convalida «è chiamato a riscontrare, nell’ambito del suo potere istituzionale, in forme e modalità compatibili con la scansione temporale urgente e ravvicinata del procedimento de libertate, la sussistenza dei presupposti di legittimità della designazione di un certo paese di origine come sicuro, rappresentando tale designazione uno dei presupposti giustificativi della misura del trattenimento». Lo scrivono i giudici della Prima Sezione della Cassazione in un’Ordinanza interlocutoria, pubblicata oggi, in merito al provvedimento di non convalida del trattenimento di uno straniero proveniente dall’Egitto, adottato dal Tribunale di Roma.
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«La designazione di un paese terzo come paese di origine sicuro - scrive la Corte - può essere effettuata, attraverso un decreto ministeriale, con eccezioni di carattere personale. Tuttavia, la procedura accelerata di frontiera non può applicarsi là dove, anche in sede di convalida del trattenimento, il giudice ravvisi sussistenti i gravi motivi per ritenere che il paese non è sicuro per la situazione particolare in cui il richiedente si trova. In ogni caso, le eccezioni personali, pur compatibili con la nozione di paese di origine sicuro, non possono essere ammesse senza limiti. Tali eccezioni, infatti, non sono ammesse a fronte di persecuzioni estese, endemiche e costanti, tali da contraddire, nella sostanza, il requisito dell’assenza di persecuzioni che avvengano generalmente e costantemente», perché, altrimenti, «sarebbe gravemente pregiudicato il valore fondamentale della dignità e, con esso, la connotazione dello Stato di origine come Stato di diritto, il quale postula il rispetto delle minoranze nel nucleo irriducibile dei diritti fondamentali della persona».
E anccora, il giudice della convalida «è chiamato a verificare, in ipotesi limite, se la valutazione ministeriale abbia varcato i confini esterni della ragionevolezza e sia stata esercitata in modo manifestamente arbitrario o se la relativa designazione sia divenuta, ictu oculi, non più rispondente alla situazione reale». per questo la Cassazione «ha rinviato a nuovo ruolo la decisione del ricorso, dichiarando espressamente - in linea con le stesse conclusioni della P.G. - di voler partecipare al dialogo fra le supreme corti, offrendo, nello spirito di leale cooperazione, la propria ipotesi di lavoro, nell’attesa che la Corte di giustizia Europea si pronunci, nell’udienza ormai prossima del 25 febbraio 2025, su plurimi ricorsi pregiudiziali, avanzati tanto da giudici italiani del merito quanto dal Tribunale amministrativo regionale di Berlino, su una serie di quesiti sicuramente interferenti con la decisione del caso concreto ed in grado di fornire alla S.C., nel suo fondamentale ruolo di organo nomofilattico, la possibilità di dettare un principio di diritto destinato ad operare anche per il futuro che tenga conto dei principi che varranno espressi dalla corte sovranazionale».
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L'ordinanza della suprema corte provoca la reazione soddisfatta di Fratelli d'Italia. «Le decisioni del Tribunale di Roma sui migranti fatti rientrare dall’Albania erano sbagliate e soprattutto, come avevamo detto, nel caso specifico il governo aveva ragione. Lo dice l’ordinanza depositata oggi dalla Cassazione a proposito di uno dei migranti non trattenuti in Albania. Quindi, chi per settimane da sinistra ha attaccato il Governo e il ’modello Albanià, che peraltro tutta Europa vuole conoscere e utilizzare, dovrebbe leggersi l’ordinanza e chiedere scusa», dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan. «Con il deposito dell’ordinanza (...) ci auguriamo venga messa la parola fine all’indecorosa campagna di mistificazione che la sinistra e le opposizioni, sostenuti dai loro house organ, per settimane hanno orchestrato. Si era arrivati addirittura a parlare di fine del ’modello Albania', il tutto condito dall’accusa di aver dilapidato soldi pubblici», dichiara in una nota il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami.
«Finalmente con il deposito dell’ordinanza della Cassazione sul ricorso di uno dei migranti fatti rientrare dall’Albania auspichiamo di mettere a tacere le chiacchiere della sinistra che a lungo ha speculato sull’unico modello mai pensato ed ideato per la gestione dei flussi migratori», commenta Augusta Montaruli di Fdi. «La scelta di quali siano i Paesi sicuri spetta al Governo e non alla magistratura. Lo avevamo asserito sin dall’inizio e adesso, con l’avallo della Cassazione, più forti di prima proseguiremo lungo strada intrapresa, l’unica possibile per il contrasto all’immigrazione clandestina. Come ribadito da Giorgia Meloni, questo Governo e Fratelli d’Italia lotteranno sempre per la salvaguardia degli italiani, della Nazione, senza farsi intimidire da chi vuole arricchirsi sulla pelle degli ultimi», conclude.