Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Sandokan Schiavone si è pentito: collaborerà con la giustizia

  • a
  • a
  • a

Sandokan si è pentito. Dopo 26 anni di carcere molti dei quali al 4 bis, Francesco Schiavone, il capo del clan dei Casalesi, avrebbe finalmente deciso di collaborare con la giustizia. Ai suoi parenti, spiega Cronache di Caserta, verrà proposto il programma di protezione. La collaborazione di Sandokan con la giustizia rappresenterebbe a tutti gli effetti la fine di un’era, e l’inizio di una stagione in cui si potrebbe finalmente iniziare a far luce su decenni di sangue e casi irrisolti, a partire da quelli di Mario ardellino, il capo mafia ucciso in Brasile in circostanze mai chiarite. La notizia, ricorda Cronache di Caserta, arriva tra l’altro nel trentennale dell’uccisione don Peppe Diana, a Casal di Principe, teatro anche dell’ascesa di Sandokan, per mano proprio dei Casalesi. Sin dalla giovane età, Schiavone è stato coinvolto nelle attività criminali della camorra, scalando rapidamente le gerarchie del potere all’interno del clan dei casalesi. Con il passare degli anni, ha consolidato la sua posizione attraverso un mix di astuzia, brutalità e una spietata determinazione a mantenere il controllo.

Il nome di Schiavone è diventato sinonimo di una vasta gamma di reati, tra cui traffico di droga su larga scala, estorsioni, omicidi, traffico di rifiuti illeciti. La sua influenza si estendeva attraverso una rete intricata di affiliati e complici, permettendogli di esercitare un controllo quasi assoluto su vasti territori della Campania. É stato tra gli imputati del processo Spartacus aa carico di membri del clan camorristico del clan dei Casalesi, che vide oltre 115 persone processate. Per Mariano Di Palma, referente di Libera! Per la Campania, la notizia del pentimento «è un segnale positivo nella lotta alla criminalità organizzata, non solo di quella casertana, ma in tutto lo stivale. Il clan dei Casalesi, va ricordato, ha avuto legami politici e imprenditoriali chiari in diversi territori. Una metastasi che, grazie al lavoro delle forze dell’ordine, è stata arrestata. L’auspicio che faccio è che questo pentimento sia utile a far luce proprio sulle quelle connessioni, oltre che sui tanti crimini dei quali il clan dei Casalesi si è macchiato negli anni».

Dai blog