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Sandokan pentito, l'appello di Cangiano: "Fare luce sulla Terra dei Fuochi"

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Si è pentito il boss del clan dei Casalesi Francesco Schiavone, detto Sandokan. Arrestato nel 1998, nel corso di un blitz avvenuto nella sua città natale, Casal di Principe, in provincia di Caserta, si trova in carcere da 26 anni. Oggi il boss, 70enne, sconta l’ergastolo in regime di 41 bis. Libera Campania indica la notizia del pentimento del boss come un "segnale positivo nella lotta alla criminalità organizzata, non solo di quella casertana, ma in tutto lo Stivale". "Il clan dei Casalesi - dice il referente di Libera Campania, Mariano Di Palma - ha avuto legami politici e imprenditoriali chiari in diversi territori. Una metastasi che, grazie al lavoro delle forze dell’ordine, è stata arrestata". E la notizia, per Gimmi Cangiano, vicepresidente della Commissione Ecomafie, è una "di quelle che lasciano il segno". 

 

 

"Dopo 26 anni di carcere duro, Francesco ’Sandokan’ Schiavone ha deciso di collaborare con la giustizia. Si chiude di fatto un periodo lungo 30 anni, che ha lasciato dietro di sè centinaia e centinaia di vittime. Molte innocenti, come Don Peppe Diana e come tutti coloro uccisi per non aver abbassato la testa. La speranza adesso è che si possa far luce su tanti episodi criminosi ancora senza risposta. Ed in particolare la mia speranza è che si possa arrivare a tracciare il percorso di decenni di smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, che ancora giacciono nascosti ed interrati nel sottosuolo della nostra Provincia", ha dichiarato Cangiano.

 

 

"Se a quest’uomo è rimasto un briciolo di cuore e di umanità, e se la sua intenzione di collaborare è davvero sentita, io chiedo che possa aiutare le autorità competenti ad individuare i luoghi principali che nascondono ancora bombe ecologiche dal devastante effetto per la salute nostra, dei nostri prodotti e delle nostre città": è l'appello che il deputato di Fratelli d'Italia rivolge al boss pentito. "I dati in nostro possesso ci dicono tristemente che in questa Provincia l’incidenza di tumori riconducibili all’inquinamento ambientale e agli effetti di essere Terra dei Fuochi è tra le più alte. Individuare queste bombe ecologiche ancora nascoste e bonificare i territori che per decenni le hanno sotterrate, resta il nostro obiettivo primario", ha aggiunto il vicepresidente della Commissione Ecomafie. 

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