Streptococco mangiacarne, cosa sappiamo della variante M1Uk: "Come riconoscerla"
C'è apprensione per la sindrome da shock tossico streptococcico (STSS) che da gennaio al 10 marzo scorso ha fatto registrare solo in Giappone 474 casi con un tasso di mortalità sino al 30 per cento. Un'infezione molto aggressiva che provoca anche la necrosi dei tessuti, per questo è stato definito batterio mangiacarne.
Dietro a questa emergenza c'è la variante M1Uk dello streptococco pyogenes. Il direttore di Microbiologia e virologia dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Claudio Farina, spiega al Tgr Leonardo come riconoscerlo. Si tratta di un "microbo umano che i colonizza le alte vie respiratorie e la cute", spiega l'esperto. Può causare mal di gola, raffreddore, tonsilliti nei bambini, e molte persone lo hanno senza saperlo perché non si ammalano. Con alcune varianti si può avere "scarlattina e fascite necrotizzante, la necrosi dei tessuti molli" che ha valso a questa variante l'appellativo di mangiacarne.
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Ma quali sono i ceppi più pericolosi? Ce ne sono molti e in vari Paesi, dice Farina, e l'M1 "è la più frequente". Come fare a capire se si ha questo tipo di batterio? Il professore spiega che ci dono due tipi di tampone, uno più rapido e un altro che consente la valutazione degli antibiotici adatti per debellare lo streptococco. Come si contagia e come si può prevenire? "Si trasmette a partire dalle alte di respiratorie" con i droplet, le goccioline divenute famose nella pandemia di Covid, "o da lesioni cutanee per contatto", spiega Farina secondo cui la forma principale di prevenzione è l'igiene delle mani.