Terrorismo, c'è lo stato di massima allerta: stretta su 250 obiettivi
L’Isis torna ad alzare la testa. Dopo l’attentato a Mosca, l’Italia e l’Europa rivalutano al rialzo il rischio rappresentato dal terrorismo, tuttavia mai sopito. Il livello di sicurezza nel nostro Paese, dal 7 ottobre 2023, data dell’attacco di Hamas contro Israele, è al massimo livello. E dopo la strage al Crocus City Hall, domani mattina al Viminale si terrà una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica dedicata ad una analisi della situazione proprio dopo l’attentato terroristico a Mosca. Tra gli obiettivi quello della tutela dei luoghi sensibili. Al momento, dopo una ricognizione, i target di primissimo livello sono circa 250. Le prefetture hanno l’obbligo di monitorare e aggiornare costantemente questa mappa che, soprattutto alla viglia delle festività di Pasqua, potrà essere integrata. Una sorta di censimento dinamico che tiene conto anche del peggioramento del contesto internazionale, dalla crisi in Medio Oriente alla guerra in Ucraina e adesso anche l’attacco terroristico avvenuto in Russia. In generale, dal Viminale fanno sapere che sono due i livelli di mobilitazione: prevenzione e presidio degli obiettivi sensibili.
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In quest’ultimo caso, dallo scoppio della guerra tra Israele e Gaza, sinagoghe, scuole e centri di aggregazione ebraica sono sotto stretto monitoraggio. A questi si aggiungono aeroporti, stazioni ferroviarie, ambasciate, compagnie aeree e tutti quei luoghi in cui possono crearsi assembramenti. E a proposito di prevenzione, dal 7 ottobre 2023 ad oggi sono stati espulsi per motivi di sicurezza 47 soggetti, di cui 9 con provvedimento del ministro dell’Interno. Le espulsioni hanno riguardato estremisti, soggetti radicalizzati o presunti terroristi. In totale, durante lo scorso anno sono stati eseguiti 77 provvedimenti di espulsione per motivi di sicurezza, di cui cinque emessi dal ministro dell’Interno. Nel 2024, invece, i provvedimenti sono 23, anche in questo caso, cinque emessi dal ministro dell’Interno.
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Secondo la nostra intelligence, nel corso del 2023, «l’Italia si è confermata potenziale bersaglio» del terrorismo di matrice islamista «per la sua centralità nel mondo cristiano, il suo impegno nella coalizione anti-Daesh e la presenza di luoghi simbolo della storia occidentale». In generale, l’anno scorso «si è assistito al proliferare di segnalazioni relative a possibili progettualità ostili in Europa a opera di giovani internauti, perlopiù sostenitori di Daesh, facenti parte di network virtuali e intenzionati a compiere attentati nei Paesi di residenza. Nel senso, sono state diverse le operazioni di polizia giudiziaria che hanno disarticolato pianificazioni ostili in varie nazioni europee, tra cui quella che a giugno, in Austria, ha visto coinvolti tre austriaci, di cui due minorenni, accusati di voler realizzare un attacco in occasione del Gay Pride di Vienna». Al momento, comunque, secondo quanto trapela dal Viminale, «non sono emersi elementi specifici su iniziative ostili in corso di preparazione». Tuttavia, «c'è uno stato di allerta massima» ma «senza allarmismo».