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In Mezz'ora, perché hanno colpito Putin e Mosca. Manciulli: "Jihad e ribellismo"

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La firma dell'Isis-K nel massacro della Crocus City Hall di Mosca. L’agenzia Amaq, principale canale della propaganda online di Isis, ha diffuso un nuovo video della strage di venerdì della principale sala da concerti della capitale russa. Si vedono alcuni dei membri del commando terroristico che si filmano mentre uccidono delle vittime. Nella prima parte del video si vede uno degli assalitori sparare all’impazzata dal corridoio verso la sala da concerto mentre sullo sfondo si vedono le fiamme che già divampano. Lo stesso poi spara ad alcune persone mentre un altro si accanisce contro una persona già a terra, tagliandogli la gola. "Gli infedeli saranno sconfitti. Lo facciamo per Allah", si sente in un momento del video. 

 

A fornire degli elementi utili  per tentare di comprendere cosa si muove nella galassia del terrore islamista è Andrea Manciulli, presidente di EuropaAtlantica e direttore delle relazioni istituzionali della Fondazione MedOr. "Dobbiamo guardare i fatti - spiega nel corso di In Mezz'ora, il programma condotto da Monica Maggioni su Rai 3, domenica 24 marzo - fatti che noi guardiamo sempre con il ritmo della quotidianità ma che invece vanno guardati dandogli un po' più di respiro". La cronaca ci parla di "un attentato recente anche in Iran anche quello riconducibile a Daesh (modo con cui ci si riferisce ai miliziani del sedicente Stato islamico, ndr) ) nel Khorasan". Questa formazione "è contro al Qaeda e i contro i talebani che governano l'Afghanistan dopo il ritiro americano e dell'Occidente", spiega Manciulli. Insomma, Isis-K che deve il suo nome alla provincia nordorientale dell'Iran, il Khorasan per l'appunto, "cerca di colpire quei paesi che in qualche maniera hanno legittimato il governo dei talebani e questo è molto insidioso". 

Daesh nel Khorasan infatti "sta letteralmente coltivando gruppi un po' in tutte le ex repubbliche sovietiche", spiega l'esperto. Non a caso uno degli attentatori è tagiko, ma non va dimenticata l'attività della formazione terroristica in altri Paesi come il Kazakhstan o il Turkmenistan. Terrorismo islamista più lontano dal mondo arabo anche per lingua. Siamo davanti a "un movimento che parte da quelle zone e che si intreccia tra jihadismo e ribellismo rispetto al potere costituito di Putin, Mosca e quei paesi filo-Mosca", spiega l'esperto. 

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