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Macron-Tajani, gelo sui soldati in Ucraina. Italia avanti sui 10mila riservisti

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 «Sarebbe un errore entrare in Ucraina», «noi dobbiamo aiutare a difendersi», ma «entrare noi a fare la guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale». Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, chiude alla possibilità di inviare truppe a Kiev. Dopo le dichiarazioni del presidente francese, Emmanuel Macron, che non escluderebbe l'invio di forze di terra occidentali nel Paese, l’Italia come altri partner occidentali, ha detto «no» a questa ipotesi. Le parole del titolare dell’Eliseo, però, hanno scatenato polemiche dentro e fuori i confini francesi, e Parigi adesso deve limitare i danni diplomatici. «Una sbandata macronista», secondo Le Monde, che però ha innescato anche la risposta di Mosca. Ieri, Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha chiarito: «Il fatto che la Russia sia un nemico, per la Francia è ovvio. In realtà, è un fatto che la Francia sia già coinvolta nella guerra in Ucraina. Partecipa indirettamente a questa guerra, e a giudicare dalle dichiarazioni del signor Presidente, non le dispiacerebbe aumentare il grado del suo coinvolgimento».

Un coinvolgimento più attivo, però, vede la ferma contrapposizione di altri Paesi europei, a cominciare dalla Germania di Olaf Scholz con cui proprio Macron ieri si è incontrato nella riunione del «triangolo di Weimar». Al temine del vertice, il presidente francese è sembrato meno aggresAnni Sono passati da quando la Russia ha invaso l’Ucraina sivo nei confronti di Mosca: «Siamo uniti e determinati e faremo tutto quello che serve, per tutto il tempo necessario, perché la Russia non possa vincere questa guerra». Ma, ha assicurato, «senza prendere l'iniziativa di una escalation». E il Cancelliere tedesco ha ribadito il concetto: «È chiaro che Germania, Francia e Polonia sostengono l'Ucraina, ma è altrettanto chiaro che non sono in guerra con la Russia». Scholz ha poi annunciato «una coalizione degli alleati dell'Ucraina per le armi a lunga gittata».

 

Macron, che per Le Monde dopo due anni di guerra in Ucraina si è trasformato da «falco a colomba», non è stato dunque sostenuto nel progetto di inviare forze di terra occidentali in Ucraina, che aprirebbe davvero al rischio di una Terza guerra mondiale. Ma la guerra, come ha ricordato il ministro della Difesa a febbraio in un’intervista rilasciata a La Verità a proposito della creazione di una riserva militare in Italia, «oggi si fa anche scaricando milioni di immigrati in territori altrui, oppure polarizzando l'opinione pubblica con il sapiente utilizzo delle fake news».

E proprio a proposito di cyber sicurezza, anche la Difesa ha indetto concorsi e arruolamenti per ingegneri informatici, ad esempio, emessi dalle singole forze armate, in alcuni casi a nomina diretta. «Quando parlo di attacchi ha chiarito il ministro sempre nella stessa intervista - non penso solo a quelli militari classici, perché come ho detto la guerra oggi a 1000 facce. Siamo sottoposti ad attacchi cibernetici, ad aggressioni alla libertà di navigazione, al blocco delle materie prime, del gas e della rete Internet».

 

Per quanto riguarda la riserva militare, invece, Crosetto ha spiegato che «servirà una legge con relativi fondi, non é una cosa che si mette in piedi dall’oggi al domani. Ci lavorerà il governo con una legge delega». Sulla riserva strategica, comunque, si farà il conto dei «richiamabili», che pare potrebbero essere circa 10mila da impiegare eventualmente nella logistica. E siccome «non siamo soli, abbiamo alleati, ma intanto prepariamoci a difenderci come se fossimo soli», «tra le tante necessità quella di poter attivare una riserva al fianco delle forze armate regolari non é da escludere, come avviene in Svizzera - ha chiarito Crosetto - i riservisti sono volontari che si rendono disponibili a scendere in campo per la difesa nazionale in caso serva».

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