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Maurizio Molinari, a Napoli scatta la censura rossa: scende in campo Mattarella

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La censura rossa dei collettivi stavolta colpisce Maurizio Molinari, direttore di Repubblica. Il giornalista era atteso a un dibattito con  il rettore dell'Università Federico II di Napoli Matteo Lorito, in programma stamattina a Napoli nell'aula magna "Leopoldo Massimilla" della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, dal titolo "Il ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo conteso". Un gruppo di studenti ha contestato Molinari impedendogli di parlare: "Anche se lui sembra non riuscire a capirlo - hanno scritto in una nota gli attivisti - in Palestina sono 30mila i morti ammazzati da Israele. Il direttore di Repubblica e il rettore Lorito come possono parlare di Mediterraneo mentre si consuma, nel cuore dello stesso, un genocidio? Com’è possibile soprattutto invitare in questa situazione il direttore di una delle testate italiane dichiaratamente sioniste, la Repubblica?". 

 

Molinari ha ricevuto la solidarietà bipartisan della politica. Il Presidente della Repubblica lo ha chiamato al telefono "esprimendogli solidarietà. Il Presidente ha aggiunto che quel che vi è da bandire dalle Università è l’intolleranza, perché con l’Università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente", comunica una nota del Quirinale. 

 

Lo stesso direttore di Repubblica è intervenuto con un articolo pubblicato sul sito del quotidiano: "La migliore risposta ad ogni forma di intolleranza è il rispetto per il prossimo. Con grande dispiacere - scrive Molinari - oggi ho scelto di rinunciare alla conferenza in programma alla Università Federico II di Napoli sui temi del Mediterraneo, in considerazione dei rischi per la sicurezza del pubblico causati da un ristretto gruppo di manifestanti. Dopo aver annullato l’evento, ho proposto a questi manifestanti di incontrarli ed ascoltare le loro opinioni sulla guerra in corso in Medio Oriente e su qualsiasi altro tema avessero voluto ma purtroppo hanno rifiutato, dicendo che non erano interessati a incontrarmi e a parlarmi. Resto comunque aperto al dialogo con loro su qualsiasi tema, nel rigoroso rispetto della libertà di opinione garantita dalla Costituzione e del principio della libertà di informazione che, sin dalla fondazione, distingue il lavoro di Repubblica e di tutti i suoi giornalisti".

 

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