Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso dell'AgCom: il regolamento sull'equo compenso resta operativo
Il Consiglio di Stato si è espresso sul regolamento AgCom sull’equo compenso a editori e autori per i contenuti distribuiti dalle piattaforme digitali. Il regolamento resta in vigore, non è più "sospeso". I giudici amministrativi hanno valutato il ricorso che proprio l’AgCom ha presentato, sostenuta dalla Fieg, e ha cancellato sul punto della sospensione la sentenza di primo grado del Tar del Lazio.
Infatti a dicembre 2023 il Tar del Lazio aveva accolto un ricorso di Meta (Facebook) che chiedeva il congelamento del regolamento di AgCom in attesa di una pronuncia della Corte di Giustizia del Lussemburgo. Questa nei prossimi mesi giudicherà se il regolamento dell’AgCom è compatibile con le norme comunitarie. In attesa del verdetto europeo, il regolamento di AgCom resta in vigore pienamente in virtù del pronunciamento del Consiglio di Stato.
Che effetti avrà? L’AgCom potrà indurre le grandi piattaforme web e gli editori a raggiungere un’intesa sull’entità dell’equo compenso, diritto sancito nella direttiva europea sul Copyright del 2019, poi adottata nel nostro ordinamento. L’AgCom infine ha varato le norme che le permettono di portare – piattaforme web ed editori – a un accordo definitivo sul tema.
I giudici amministrativi ritengono dunque che il pagamento di un equo compenso agli editori italiani non costituisca un danno significativo per le piattaforme web che non subiscono “pregiudizi concreti e attuali” nella questione dell’equo compenso in Italia in ragione della loro forza economica. Se nei prossimi mesi la Corte di Giustizia del Lussemburgo dovesse bocciare il regolamento dell’AgCom per incompatibilità con le norme Ue, le piattaforme web potranno riavere indietro il denaro. Il negoziato tra l’AgCom e gli editori, che resta in piedi, in ogni caso non impedisce ai colossi di Internet di presentare un ricorso alla giustizia ordinaria se non fossero soddisfatti degli esiti della trattativa.