Gravina, tutti i libri "incriminati" della collezione: valgono oltre un milione
Una collezione gigantesca di libri antichi formata da circa 500 volumi, valutata 1,2 milioni di euro come scrive in una mail l’ex presidente di Infront Italy Marco Bogarelli che cerca di strappare un’opzione di acquisto. Infatti serve un catalogo di 243 pagine, intitolato (...) «Rise of sport», ossia le origini e la diffusione dello sport, per descrivere ogni singolo tomo. Stiamo parlando della preziosa raccolta del presidente della Figc Gabriele Gravina, indagato dalla Procura di Roma per auto riciclaggio. Bisogna precisare che prima di giungere alla valutazione economica definitiva, Gravina contatta diversi mediatori con l’obiettivo di affidare loro un mandato per vendere le opere. Circostanza che lo stesso Gravina avrebbe ribadito ai pm capitolini con cui ha respinto le accuse, spiegando che il denaro utilizzato per l’acquisto di un immobile a Milano fosse già nella sua disponibilità. Se la quotazione è a volte soggettiva, il discorso cambia quando c’è da elencare i libri di maggior pregio: di questi fanno senza dubbio parte l’«Encyclopédie» di Diderot e D’Alembert del 1780; «Trois dialogues» di Arcangelo Tuccaro del 1599, prima edizione della più importante opera cinquecentesca sulla ginnastica; «Orbi maritimi palliot», firmato da Claude Morisot, gioiello sulla storia della navigazione. La casa d’aste «Bertolami fine art ltd», in un documento datato 8 agosto 2019, valuta la collezione di Gravina 700.000 euro.
L'inchiesta si allarga a macchia d'olio: la lista dei politici e dei vip spiati
Oltre alle enciclopedie nella raccolta sono presenti libri di cavalleria, equitazione, nuoto e sport d’acqua, sferistica, spettacoli e lotta. Anche un celebre compendio «Il cortegiano» di Baldassare Castiglione in cui l’autore spiega quale debba essere il comportamento di cortigiani e cavalieri. L’attenzione particolare per i cavalli è mostrata anche dal manoscritto di Dino da Fiorenza, gentiluomo della fine del XVI secolo, che verga un’opera di medicina veterinaria per equini. Un capitolo a parte lo meritano i classici in cui sono annoverati lo storico greco Dionigi di Alicarnasso, il poeta latino Giovenale e gli autori del quattordicesimo secolo Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca. Ma non è finita qui: Plutarco, Platone, Ludovico Ariosto.
"Autoriciclaggio". Dossier, Gabriele Gravina è indagato
Come detto, più di un mediatore tratta sul prezzo con Gravina per cercare di mettere le mani sui libri. Il 9 settembre 2019 un esperto scrive una mail al presidente della Figc: «(...) Secondo punto positivo siamo riusciti ad arrivare a un importo tra gli 850 e i 900.000 euro, cifra che considero di tutto rilievo dato il ribasso pesantissimo avuto da questo mercato negli ultimi tre anni e l’imperversare di aste con prezzi che in passato avremmo definiti ridicoli». Un altro mediatore sempre via mail offre: «Prezzo minimo 500k». Prima di congedarsi aggiunge: «Penso che 6 mesi possano bastare (verosimilmente per vendere la collezione, ndr), la problematica temporale più grande saranno gli eventuali permessi». Qualche mese prima, per la precisione il 28 giugno 2019, invece è l’ex re dei diritti tv Marco Bogarelli (deceduto nel 2021) a fare un’offerta a Gravina.
«Caro Gabriele sono di recente venuto a conoscenza della tua intenzione di mettere sul mercato la collezione di oggetti antichi tra cui diverse opere d’arte e preziosi volumi che ti appartengono (...) Vorrei a mezzo della presente, esprimere il mio interesse, (...) all’acquisto di una parte della collezione valutata in euro 1,2 milioni». E ancora: «(...) ti propongo di concedermi un’opzione a titolo oneroso per entrare in possesso di tutta o una parte della collezione (...) prezzo di esercizio: euro 350.000». Nel testo Bogarelli inoltre avvisa il suo interlocutore: «(...) In considerazione delle altre trattative in essere, ciascuno di noi sarà tenuto a mantenere il più stretto riserbo sul contenuto di questa proposta (...) pena la caducazione della presente con l’obbligo da parte tua di restituzione immediata del prezzo d’opzione maggiorato del 10 per cento (...)».