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Russia, 25 italiani nel mirino di Putin: chi sono i ricercati

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Andrea Riccardi
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L’unica donna nella lista dei venticinque italiani supericercati da Mosca è Giulia Schiff. Ventiquattro anni, ex pilota militare che ha denunciato l’Aeronautica per essere stata vittima di «atti di nonnismo» e, dopo aver lasciato l’Arma Azzurra, è andata a combattere con l’esercito di Kiev nella Legione internazionale di difesa territoriale, la Legione straniera dove il presidente Volodymyr Zelensky ha riunito i volontari stranieri. Al fronte ha incontrato il futuro marito, Victor, 29 anni, ucraino di origini israeliane. Combattendo contro la Russia nel Donbass la giovane veneziana è così finita in quella che ora viene definita la «lista dei ricercati di Vladimir Putin».

 

Nel mirino del presidente russo ci sono 96.572 persone che hanno aiutato l’Ucraina nella guerra contro l’esercito di Mosca. E, anche se adesso non combatte più ma porta aiuti ai soldati di Kiev in prima linea per conto di un’associazione umanitaria, Giulia Schiff fa parte dell’elenco di nemici da catturare. E questo, pare, l’abbia spinta ad essere molto più prudente tanto che, raccontano gli amici, «ogni volta che sale in macchina controlla bene che dentro oppure sotto il veicolo non ci siano «soprese». Elo stesso fa il marito».

 

Venticinque sono gli italiani ricercati. Tra questi c’è il giudice Rosario Aitala della Corte penale internazionale: ha emesso un mandato di cattura per crimini di guerra nei confronti di Putin. Atto che in Russia è stato ritenuto illegale e per questo lui stesso è finito sotto indagine. E ora è sulla Lista. Nell’elenco, reso noto tramite il social network «X» da Alessandro Orlowski, esperto di propaganda informatica, figurano inoltre imprenditori, manger e qualche esponente di Casapound.

Ed ecco chi sono gli altri della lista: Renzo Folco, Quinto Spinelli, Giovanni Arsenio Scaroni, Ubaldo Procope, Giuseppe Umberto Musco, Filippo Paolo Duzioni, Nino Gaetano Crisci, Vittorio Dordi, Salvatore Gambino, Felice Vito Rossini, Claudio Galletti, Gianluca Aliotta, Gogievich Lortikipanidze, Pasquale Scolozzi. E ancora: Roberto Carlo Bucci, Sandro Lanfredini, Matteo Angelucci, Luca Riccolio, Leo Natale Ballardini, Marciano Palli, Massimo Fabiani, Kevin Chiappalone e Giovanni Di Massa.

Tra le personalità estere inserite nell’elenco stilato dai servizi di sicurezza russi c’è la premier estone Kaja Kallas che ha distrutto i monumenti innalzati dall’Armata Rossa nel paese baltico dopo la Seconda guerra mondiale quando l’Estonia si ritrovò inglobata nell’Urss. «Gli strumenti della Russia non sono cambiati», ha ricordato, sottolineando che sua madre e sua nonna furono deportate in Siberia.

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