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Migranti, Piantedosi rovina la festa alle Ong: "Mai consegnati alla Libia"

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 "L’Italia non ha mai coordinato e mai consegnato in Libia migranti raccolti in operazioni di soccorso coordinate o direttamente effettuate dall’Italia. La sentenza della Cassazione va letta bene, non con una lettura di tipo politico o ideologico". Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi spegne gli entusiasmi delle Ong a seguito della sentenza della Corte di Cassazione che ha reso definitiva la condanna del comandante del rimorchiatore Asso 28. Nel 2018 il natante soccorse 101 persone nel Mediterraneo, riportandoli in Libia e consegnandoli alla Guardia costiera. Un pronunciamento, quello della Suprema Corte, che era stato letto come una vittoria da parte per esempio di Luca Casarini di Mediterranea che aveva annunciato una class action contro il governo. 

 

A margine della sottoscrizione di un accordo tra la Regione Lombardia, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e l’Anci Lombardia, il capo del Viminale ha spiegato che la sentenza "va collocata temporalmente in un momento preciso in cui la Libia aveva determinate condizioni e le collaborazioni con l’Ue erano finalizzate a portare la Libia a superare le situazione di quel momento. Tra gli elementi importanti di lettura della sentenza vi sono dei principi a cui il governo si è sempre attenuto nel regolamentare l’attività di rimpatrio".  Insomma, "chiunque interviene deve coordinarsi con le autorità competenti in materia, non può esserci spontaneismo. L’importante è che ci sia coordinamento", spiega Piantedosi.

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